Chiesa, la lotta alla mafia un obiettivo da centrare

Con grande interesse, oggi leggevo l’intervista a Monsignor Angelo Giurdanella, Vescovo di Mazara del Vallo. Su Avvenire, parlava di un tema troppo scomodo per troppi credenti e prelati: il rapporto tra Chiesa cattolica e Mafia.

Oggi trovare una Chiesa con una posizione di netto contrasto all’attività mafiosa, è di vitale importanza. Basti pensare i cortei religioso nelle città del Sud, che vengono finanziati in diversi casi dalla malavita e fanno inchini, con tanto di statua della Madonna, sotto la casa di boss locali. Tali episodi, non devono più essere tollerati dalla comunità ecclesiale.

Allora ben venga la visione di Monsignor Giurdanella, che sembra pensare una Chiesa che torna a far politica. L’arresto del boss Mattia Messina Denaro è di spunto per miglioramenti, a cominciare da una nuova visione del “buon cristiano”: la persona che va Domenica a Messa, rinuncia alle vie della criminalità, dell’omertà e denuncia gli illeciti.

Peccato su tali parole, Avvenire conceda solo lo spazio di un trafiletto. Eppure, la potenza di queste parole è forte. Una linea che parte dalle Chiese della Sicilia, che vivono abitualmente questo sistema criminale, e cercano di esportare il verbo in tutta Italia.

Una dimensione che però non può rimanere limitata alla predica del prete durante la Messa. Bisogna andare oltre. Plasmare i giovani, che ancora seguono il verbo di Gesù, a una strada di catechesi che gli indichi i valori della lotta alla mafia, attraverso i laboratori e le attività di oratorio.

La Chiesa che torna a essere “Casa dello Spirito”, in una società che oggi invece modella i giovani sugli stampini degli antagonisti d’eccellenza: Suburra e Gomorra insegnano bene il corto circuito dell’attuale epoca, dove si dipinge per eroe chi non lo è.

La sfida di una parte della Chiesa è lanciata, ora spetta a Papa Francesco raccoglierla, esprimersi, indicare la strada da prendere per una comunità mondiale da credenti. Ci auguriamo queste parole arrivino subito.

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