Arresto Matteo Messina Denaro, la Giustizia italiana ha vinto?

L’arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro, inaspettatamente ha diviso l’opinione pubblica degli italiani. Sia chiaro, almeno sull’idea che debba finire i suoi giorni in carcere, tutti ci siamo trovati pienamente d’accordo.

La questione che divide l’opinione pubblica, sta nelle modalità di arresto del boss mafioso: 30 lunghi anni prima di mettergli le manette. Nessuno nega la possibilità di un boss che sia stato capace di nascondersi per tre decenni, quanto invece lasciano discutere le dichiarazioni di alcuni giornalisti in merito.

Roberto Saviano scrive su Twitter: “L’ultimo sovrano della generazione stragista di #CosaNostra non è riuscito più a nascondersi. Arrestato “U Siccu” #MatteoMessina Denaro! Ovviamente era nella sua terra: come tutti i capi era esattamente nel luogo dove tutti sapevano fosse”. Allora viene lecito porsi una domanda: perché i paladini della giustizia come Saviano, che sapevano dove si trovava il boss Matteo Messina Denaro, non hanno mai collaborato con la giustizia facendo fede alle loro ricerche?

La risposta è cattiva: arrestato un boss, saltano gli introiti per un nuovo libro. Meglio la via del denaro, che perseguire la strada di grandi giornalisti di mafia come Peppino Impastato o Beppe Alfano.

Oggi da italiani, dovremmo essere contenti di questo arresto. Essere coscienti che abbiamo arrestato il boss, seppur malato terminale, nonostante un sistema istituzionale ambiguo sui rapporti con la Mafia, anni di depistaggi sulla ricerca di questa persona, la forte mano della massoneria a ostruire tutte le indagini di Mafia e terrorismo.

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