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Intercettazioni sui giornali, la Sinistra intellettuale si spacca

Quale dovrebbe essere l’equilibrio che regola magistratura, giornalismo e politica sul tema delle intercettazioni? Sicuramente molto precario, soprattutto in un Paese come l’Italia, dove la Giustizia è diventata un’arma per rese dei conti politiche e i giornali un mezzo per fare titoloni al servizio di un determinato orientamento ideologico.

Tutti sono mezzi di un sistema, più affine a rispondere a determinati stimoli politici che a inquadrare una realtà dei fatti su dinamiche criminali o indagini di importanza vitale nella vita dello Stato. L’idea del prof. Carlo Nordio, in carica al Ministero della Giustizia, vorrebbe riportare un ordine quantomeno del sistema giudiziario, riportandolo alla via della Giustizia piuttosto che un mezzo nelle mani della politica per delegittimare candidati politici su dettatura degli ex comunisti.

Ovvio, non si può cambiare il modo di fare giornalismo in Italia o modificare le modalità di fare politica. Ma evitare che ambienti della Magistratura inviino informazioni sensibili  e in corso d’indagine ai giornalisti di fiducia, già questo sarebbe un primo passo. In tal senso, e anche apertamente, in un corso di “cronaca giudiziaria” qualsiasi docente invita a “crearsi amicizie” all’interno delle varie Procure. Un metodo per avere notizie, dinamiche, magari con materiale utile a fare certi “titoloni di giornale”.

Elementi che sotto banco vengono dati in corso d’indagine, con dinamiche, e anche intercettazioni, che forse non dovrebbero essere pubblicate prima di una sentenza definitiva. Prima di un accertamento effettivo dei casi. Prima che certi giornali dipingano, per tornaconto di sistema”, Mister X come un ladro o un delinquente. Invece, nel sistema Italia, tutto funziona puntualmente al contrario. Tutto vola verso la gogna mediatica.

Basta essere famosi, magari di Centrodestra e che crei fastidio a un mondo ex comunista, per finire nel tritacarne mediatico senza nemmeno una sentenza definitiva. Essere additato come “ladro” o “puttaniere”, con un’indagine iniziata ieri e dove i dati sono ancora embrionali e nulla è definitivo. Una semplice querela, che spesso si tramuta in un nulla di fatto, non scardina una metodologia di fare giornalismo all’uso e consume di un mondo post comunista.

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