Regione Lazio, Dio ci risparmi D’Amato

Diventa sempre più probabile la candidatura di Alessio D’Amato come candidato Presidente alla Regione Lazio, mettendosi a vertice della coalizione di Centrosinistra in vista del voto laziale.

Una scelta che desta parecchie perplessità, soprattutto dopo la gestione poco ortodossa della pandemia di Covid-19 nelle regione laziale. Infatti, sull’Assessore alla Sanità del Lazio pesano diversi scandali, in primis quello legato ai 36 milioni d’euro per le “mascherine fantasma”.

Lo scandalo rimandato in televisione recentemente grazie a Le Iene”, dovrebbe pesare come una zavorra sulla strategia elettorale del Partito Democratico, escludendo di principio dalla candidatura di Presidente uno dei principali attori di questo disastro: per l’appunto, l’assessore D’Amato.

Eppure, nelle logiche correntizie dei democratici anche l’uomo della Sanità laziale è una persona seria, competente e che forse fa da trade unions nei vari sistemi di potere della Sinistra all’interno della Regione Lazio. Ma ci auguriamo che l’elettorato non abbia una memoria corta.

Mentre oggi si inaugurano nuovi posti letto nei reparti Covid oppure all’interno del Centro Paraplegici di Ostia, non bisogna dimenticare come sotto la pandemia gli ospedali laziali hanno vissuto un vero collasso. Reparti chiusi, medici e infermieri col gap di personale, pronto soccorsi portati a condizioni estreme, senza barelle o addirittura autoambulanze per intervenire sulle emergenze.

Situazioni che da sempre hanno visto pesantissime criticità, appesantitesi però ulteriormente sotto il Governatorato regionale di Nicola Zingaretti. Situazioni cui l’assessore D’Amato è diretto responsabile, in una possibile candidatura che sa tanto di beffa davanti ai suoi fallimenti politici nel campo della nostra sanità locale.

Oggi il Partito Democratico potrebbe candidare chiunque, magari anche ambendo a una vittoria non scontata coi giusti volti. Invece si guarda al peggio che può esprimere la sua coalizione, con l’uomo delle “mascherine obbligatorie” che potrebbe arrivare a gestire in prima persona la Regione Lazio… e chissà quali altri macelli fare.

Una partita che sicuramente avvantaggerà i suoi avversari politici, che in campagna elettorale potranno tranquillamente ricordare la sua gestione della pandemia per prendersi un vantaggio sull’elettorato e magari la vittoria il giorno delle urne.

Regione Lazio, la Sanità pubblica collassa sotto i colpi della malamministrazione

 

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