La confessione di una studentessa: “La sera ho paura ad aspettare l’autobus a Lido Centro”

Torniamo a parlare di sicurezza a Lido Centro, dopo aver aperto questa mattina l’argomento presso lo studio di Paolo Cento a Radio Roma Capitale. Un’ascoltatrice ha deciso di scriverci una lettera, dove ci racconta come vive il suo ritorno a casa la sera passando per la principale stazione di Ostia.

“Studio Giurisprudenza all’Università degli Studi di Roma Tre, pur vivendo con i miei genitori qui a Ostia. Abitando nei pressi di via Mar Rosso e non avendo a disposizione i miei genitori che mi possono venire a prendere alla mia Facoltà su via Ostiense o alla stazione ferroviaria di Stella Polare, più di una volta mi è capitato di dover scendere a Lido Centro e aspettare lo o5/ presso i colonnati della palazzina che affaccia sul lato della sopraelevata pedonale

Pur avendo la patente da qualche mese, ancora ho paura ad arrivare con la macchina di famiglia fino a Roma. Una paura che condivido anche con la mia mamma, spaventata dai molteplici incidenti che avvengono sulla via del Mare o la Cristoforo Colombo. Preferisco quindi prendere i mezzi pubblici, affrontando il disagio di eventuali ritardi della Roma-Lido o dello stesso 05/. Ma non solo questo.

Soprattutto la sera, chiedo a mio padre di fare i salti mortali per venirmi a prendere e non farmi scendere a Lido Centro. Una scelta dettata dalla paura, ma anche un episodio che mi ha visto vittima di una tentata violenza verbale… che forse poteva trasformarsi anche in qualcosa di fisico. 

L’episodio risale a due settimane fa, mentre tornavo da un esame all’Università. I miei non potevano venire a prendermi, quindi prendendo il treno da Basilica San Paolo, scendo a Lido Centro e decido di aspettare l’autobus che mi riportasse nella zona di casa. Erano le 19.30, massimo le 20, con le giornate tornate ad accorciarsi e il buio che torna a farsi sentire nel tardo pomeriggio. Mentre aspettavo lo 05/, con un’altra ragazza veniamo infastidite da un uomo sulla quarantina d’anni, probabilmente senza tetto, dal chiaro accento dell’Est e con in mano una lattina di birra.

A entrambe ha attaccato bottone dicendo: ‘Belle come vi chiamate?’. Tutte e due eravamo spaventate, anche perché era un volto conosciuto per atteggiamenti inopportuni non solo a Lido Centro, ma anche in altre zone di Ostia. Mi è venuto naturale rispondere con gentilezza e cortesia, dicendo ‘Scusami, ma non ho voglia di parlare’. Non so se abbia preso le mie parole come un affronto, ma paradossalmente ha preso l’occasione per alzare l’asticella nelle sue parole. Sempre con un italiano sporco, ci ha detto: ‘Dai belle, non fate le timide e venite a giocare qui con me!’. Una frase che mi ha scioccato. Fortunatamente dalle vetrine delle vicine attività commerciali, è arrivato un ragazzo che doveva aver visto e sentito tutto

Si è avvicinato all’uomo in maniera molto decisa e gli ha detto: ‘Hai qualche problema con queste ragazze?’. Sarà stato per il fare forse un po’ minaccioso o l’atleticità del giovane, ma l’importunatore ha detto ‘No, no’ e poi si è allontanato. Il ragazzo poi si è avvicinato a noi, ci ha detto di non preoccuparci ed è rimasto vicino a noi finché non è arrivato l’autobus a prenderci. 

Se non ci fosse stato Valerio, non saprei proprio come sarebbe andata a finire questa brutta esperienza”. 

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