Un 25 Aprile che dovrebbe unire tutti e tutte… ma la Sinistra litiga!

Roma – Il 25 Aprile dovrebbe essere una festa di condivisione, di unità tra tutte quelle forze politiche che si rivedono nei valori dell’Antifascismo e quindi nella cacciata del “nazi-fascismo” dal nostro Paese.

Ho usato il condizionale apposta, poiché da un paio di anni – ovvero dall’avvento del Covid-19 – questo spirito è venuto meno.

Prima in uno scontro dialettico sulle famose restrizioni “anti-Covid”, con Decreti del Consiglio dei Ministri che violavano palesemente tutte quegli articoli costituzionali che andavano a tutelare le libertà personali. DPCM ancora peraltro in uso, se pensiamo come per entrare in un locale chiuso dobbiamo obbligatoriamente tenere appresso il Green Pass e mettere alla mercé i nostri dati sensibili.

Non è un caso come in questo filone, un’area di Estrema Sinistra abbia deciso di stringersi attorno alla “contestazione non violenta” portata avanti dal prof. Davide Tutino, docente di Filosofia sospeso perché convinto No Vax e quindi automaticamente sprovvisto di Green Pass.

Se dobbiamo ricercare una prima frattura politica nelle frange della Sinistra, forse la troviamo qui. Da una parte un popolo di Centrosinistra accecato dall’azione liberticida del ministro Roberto Speranza, dall’altra un mondo politico ancora vicino a quei valori di libertà rappresentati dal 25 Aprile.

Non posso ricordare che con grande piacere, che molti centri sociali e organizzazioni vicine all’ANPI violarono le norme sui lockdown e gli assembramenti, per festeggiare questa ricorrenza nazionale e soprattutto fare una sonora “pernacchia” all’Esecutivo condotto prima da Giuseppe Conte e successivamente da Mario Draghi.

Ma andiamo avanti e atterriamo nell’attuale esperienza del governo Draghi. La frammentazione a Sinistra volge principalmente su tre punti: la questione Ucraina; l’uscita dalla Nato e il totale rispetto delle norme costituzionali.

Manifesto del Partito Democratico per il tesseramento 2022.

Forse proprio il conflitto scaturito nel territorio ucraino, ha ulteriormente incrinato gli equilibri della Sinistra nostrana, facendo prendere una posizione forte anche all’ANPI. A Roma, sui muri del quartiere San Lorenzo compaiono questi manifesti: “DePDifichiamo il 25 Aprile: fuori l’Italia dalla Guerra! Fuori l’Italia dalla Nato! No alle spese militari, ma servizi, scuola e case popolari!”.

Uno slogan di forte contrapposizione a quello messo in strada dal Partito Democratico, che per il tesseramento 2022 ha messo in strada un manifesta con Enrico Letta con caschetto militare e giubbetto antiproiettile, accompagnati dallo slogan “Campagna di arruolamento 2022: spezzeremo le reni alla Russia”.

A tirar le somme, si evince un Partito Democratico che abbandona anzitutto la sua veste pacifista, ma soprattutto si allontana dai quei valori costituzionali per perseguire interessi d’interpreti terzi: Mario Draghi; l’Unione Europea; il mercato della guerra per la situazione Ucraina.

Sorpresa nella linea dell’Estrema Sinistra, che oggi riporta quella dimensione “terzista” tanto cara a un mondo politico che non esiste più: l’immagine di un’Italia che riparte da se stessa, investendo sui servizi per il cittadino piuttosto che una corsa agli armamenti e un conseguente spargimento di sangue.

 

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