L’Italia “Green Pass-dipendente”

Roma – Ci ricordiamo come fosse la vita di tutti i giorni senza Green Pass?

Penso proprio di no, vedendo anche l’atteggiamento di venerazione prostrato dalle persone verso il famoso “bollino verde”. Un credo cieco quello dei cittadini, ormai convinti che la guerra al Covid-19 si vinca con lui.

A oggi, l’unica vittoria del GP rimane quella di averci sottratto i diritti, calpestato quella che veniva definita la “più bella Costituzione del mondo” e completamente annientato le libertà personali. Oggi se vuoi esistere, devi avere il Green Pass: per andare a lavoro lo devi avere; bere un caffè al bancone di un bar; sederti al ristorante o andarti a mangiare una pizza; comprare le sigarette al tabaccaio di quartiere; andare al cinema o semplicemente portare la tua fidanzata all’enoteca della città per una serata romantica.

Ormai il GP scandisce i tempi delle nostre vite, diventando estensione del nostro essere. Anzi, siamo arrivati anche ad arrabbiarci col barista di fiducia quando non ce lo chiede al bancone, magari perché quel codice QR l’ha già visto e vuole risparmiarsi di rivederselo per la quarta volta in una settimana, già cosciente che sei vaccinato, come ti chiami o di come sei uscito dal Covid-19.

Nel “Draghi pensiero” siamo tutti schedati, in uno Stato dove tutti mi conoscono nei miei dati sensibili indistintamente da brave persone o malintenzionati. L’apice dell’inclusione, della distruzione della propria privacy e l’emblema di una vita sotto i riflettori.

Basta il diritto all’oblio, al nascondersi per fatti propri e alla sacrosanta scelta di non far sapere a terzi chi sei, cosa fai, cosa sei stato e dove vivi. Siamo in un mondo delle vetrine, dove tutti siamo manichini virtuali su cui chiunque può mettere il naso… pur ficcando la propria curiosità nella nostra intimità più interiore. Chissà se servirà il GP anche per fare l’amore con il nostro partner… fossi in Draghi, partorirei una simile follia!

Capiterà il barista che leggendo il tuo cognome goffo sul lettore Green Pass, magari scherzerà su questa cosa e ti creerà imbarazzi con la fidanzata o gli amici. Addirittura ci saranno medici da web all’interno del McDonald’s, che leggendo il tuo GP ti consiglieranno quanti vaccini fare e quali fare, il tutto attraverso una persona che fino a ieri passava lo straccio nei bagni del locale e oggi – forte del proprio lettore ottico – è diventata il nuovo Roberto Burioni (scena che realmente mi è accaduta al McDonald’s di piazza di Spagna).

Il punto però è uno. Mentre c’è un mondo che ha compreso come il Green Pass sia inumano e soprattutto buono per il regime cinese (dove peraltro è stato inventato), in Italia continuiamo a rafforzarlo, a crearne di nuovi e sfornare nuove classi di discriminati.

Il tutto nella Patria della società, della cultura politica e dei più grandi pensatori che al mondo hanno visto i natali.

 

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