Berlusconi riscende in politica… e la Giustizia riprova ad arrestarlo

Milano – Il titolo di questo articolo potrebbe andare benissimo per intitolare un libro, magari proprio sul personaggio di Silvio Berlusconi e le sue ormai rinomate vicende giudiziarie.

Oggi in Italia, una cosa è certa. L’ex Cavaliere riscende in politica con la convection di Napoli avvenuta qualche giorno fa e subito la Magistratura prova a far ripartire un procedimento giudiziario a suoi danni.

La Procura di Milano chiede sei anni senza attenuanti per l’ex Premier, additandolo come responsabile di corruzione, prostituzione minorile e falsa testimonianza nel caso Ruby. Insieme a lui, sarebbero richieste anche altre 27 condanne, che riguarderebbero noti personaggi televisivi e volti vicini al mondo dello spettacolo.

Nessuno vuole giustificare Berlusconi in questo pezzo, considerato come l’ex padron del Milan deve rispondere delle proprie colpe davanti alla Giustizia, ma solo se ci fossero realmente queste responsabilità. Oggi il ragionamento è sul tempismo della Giustizia italiana, che attacca un esponente politico proprio nel momento del suo ritorno in campo elettorale dopo mesi – se non anni – di silenzio verso il suo volto.

Se certe dinamiche della Magistratura nostrana ci venivano descritte minuziosamente nei due libri scritti dal giornalista Alessandro Sallusti e l’ex magistrato Luca Palamara, tali ipotesi sembrano confermarsi con questa richiesta ai danni del leader di Forza Italia.

Davanti alla salute precaria dell’ex Presidente del Consiglio, oggi la Giustizia sembra compiere un’azione di ostacolo verso la realtà forzista. Questo un partito che è ricresciuto fino a superare l’8%, che potrebbe giocare una partita determinante nelle elezioni per la Regione Lazio e che punta a ridisegnare i confini politici dell’area di Centrodestra.

Ma probabilmente a qualcuno dà pesantemente fastidio un simile scenario. Quindi la Giustizia torna a effettuare quel “gioco sporco” che spetterebbe alla politica, delegittimando un leader politico e indebolendo un’area parlamentare. Tutto facendo ripartire i titoloni giornalistici del “Berlusconi puttaniere”, in un leitmotiv ottimo per zavorrare il Centrodestra in vista delle elezioni.

Giusto in quel periodo, perché poi il buon Silvio torna utile per garantire una maggioranza al premierato di Mario Draghi o sostenere Sergio Mattarella per il Quirinale. In quelle occasioni, il pelo del “puttaniere” cade per far posto al profilo – condiviso da tutti – di grande statista italiano.

Foto: Pagina Facebook di Silvio Berlusconi

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