Usa-Russia-Ucraina: i maledetti interessi dietro la guerra

Roma – La guerra in Ucraina è scoppiata, come peraltro era prevedibile che succedesse.

Dall’alba di questa mattina, la Russia ha deciso di entrare dentro lo Stato ucraino, in un’azione militare volta a smilitarizzare il Paese condotto dal presidente Volodymyr Zelens’kyj.

Una mossa che cela numerose ragioni in seno alla Russia. Da una parte, capire quale partita vuole giocare l’Ucraina, oggi un Paese che dialoga fortemente con l’Occidente – soprattutto per la linea di Zelens’kyj – ma che non fa parte dell’Unione Europea e tantomeno della Nato. Dall’altra, evitare che uno Stato storicamente vicino alla cultura russa, finisca nel sistema Nato e metta fine all’influenza russa nell’area orientale dell’Europa.

Kiev è sempre stato un cuscinetto satellite della Russia, poiché una città che ha dato i natali a tantissimi scrittori e rivoluzionari della cultura russa. Addirittura la lingua ucraina, se analizzata bene risulta molto simile alla lingua dello Stato russo.

L’azione militare di Putin si può declinare in svariati modi: non cadere alla prepotenza degli USA; non perdere la propria influenza nel zona orientale dell’Europa; provare a sognare la ricostituzione di un immenso Stato sul modello dell’Unione Sovietica.

L’Ucraina risulterebbe solamente il tassello pregresso verso un attacco in direzione della Lettonia, l’Estonia e la Lituania, tutti Stati ex sovietici e che oggi risiedono all’interno dell’alleanza Nato.

C’è un motivo se Joe Biden oggi dichiara di “non entrare in Ucraina, ma bensì si attiva per portare supporto militare all’interno dei confini lettoni, estoni e lituani. Se Putin prendesse l’Ucraina, nulla sconfesserebbe anche una conseguente invasione dei tre Stati della Nato per un più amplio progetto militare.

Ma in tutto ciò, chi è il cattivo? Da una parte, un Paese che rivendica – lecitamente – la propria influenza militare e politica nell’Europa dell’Est. Dall’altra, un Paese oggi occupato dai russi, che strizza l’occhio all’Occidente salvo poi avere macchie di tirannia e nazismo sul proprio cammino politico. Poi c’è la partita statunitense, che oggi cavalca l’onda del “Putin guerrafondaio” per soddisfare i propri interessi economici e militari.

In tutto ciò, nel mezzo troviamo l’Unione Europea, che si sta letteralmente suicidando per seguire la linea politica dei “padroni a stelle e strisce. Chissà se qualche Premier, abbia seriamente riflettuto sulle conseguenze di una simile guerra con la Russia: in primis la dipendenza dal gas russo, che rischia di tenere dai prossimi giorni un Continente al freddo.

 

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