Niente supermercato per i “no vax” nell’Italia del Covid-19

Roma – Ormai è diventata una caccia alle streghe, quella che il Governo sta perpetrando contro i gruppi di “No Vax” all’interno del Paese italiano. Una situazione destinata a inasprirsi soprattutto dopo le parole del sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che ipotizza di vietare l’accesso ai beni di prima necessità per chi non si è vaccinato.

Qualcuno aveva previsto questo scenario diversi mesi fa, venendo additato per complottista. Oggi l’Adnkronos riprende queste dichiarazioni del Sottosegretario di Governo, confermando la triste deriva totalitaria in cui sta cadendo l’Italia: “Non parlerei di lockdown per non vaccinati. Ma con il peggioramento della situazione epidemiologica e il passaggio in arancione di alcune Regioni, un provvedimento che prevede già in automatico una serie di restrizioni, penso che queste limitazioni non debbano essere pagate da chi è vaccinato. Penso, tolto l’accesso al lavoro e ai bisogni di prima necessità, che per certe attività come i ristoranti, i cinema, il teatro, si debbano limitare solo a chi vaccinato“.

Insomma, in un colpo solo nell’Italia di Mario Draghi si cerca di negare la “libertà di scelta” e soprattutto il diritto etico di “sfamarsi con del cibo e dell’acqua” per una persona, anche se non si vaccina. Una scelta politica che indubbiamente ci riporta indietro nel tempo, magari ripensando a quei libri di storia che a scuola ci raccontavano la bestialità del totalitarismo, indipendentemente dal colore politico. Epoche dove il contestatore politico veniva rinchiuso in qualche lager, sperando che i lavori forzati gli garantissero la sopravvivenza giornaliera nel ricevere pane a acqua… a patto che non moriva di stenti. Un pensiero che ci riporta alle esperienze del Nazismo e delle grandi purghe sovietiche, mostrando come a distanza di quasi ottant’anni determinate scelte politiche vengano ripetute nell’intenzionalità di punire l’oppositore politico.

In una simile atrocità, desta scalpore l’ala che si fa portavoce di una simile iniziativa: il governo di Mario Draghi, ovvero lo stesso Premier cresciuto nell’Istituto Massimo dell’Eur gestito dai gesuiti. Eppure, chissà cosa ne pensa Papa Francesco di questa “iniziativa” del Governo italiano, lui che peraltro è il primo Santo Padre gesuita della Chiesa Cattolica. Nel 2015 sulle pagine de Il Sole 24 Ore, Bergoglio diceva questo in merito al diritto di sfamarsi: “C’è un diritto inalienabile dell’uomo: il diritto a nutrirsi con dignità. Un diritto ancora troppo negato, nonostante la grande abbondanza di cibo nel nord del mondo, che in buona parte si prede in sprechi, che sono circa un terzo di quanto prodotto e vanno ridotti. Devono cambiare gli stili di vita e il rapporto con le risorse naturali – specie da parte delle multinazionali – se il mondo nel 2050, con 9 miliardi di abitanti come previsto, riuscirà a sfamarsi. L’accesso al cibo necessario è un diritto di tutti. E i diritti non consentono esclusioni!“.

Chissà se in sei anni, il Santo Padre avrà cambiato idea… oppure rimarrà fedele alle sue parole rintracciabili dentro l’Enciclica “Laudato Sii”, magari bacchettando Draghi dal suo balcone a piazza San Pietro.

 

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