La Rai ha la necessità di santificare Sergio Marchionne con un documentario in prima serata?

Roma – Ma la Rai ha dimenticato chi era Sergio Marchionne? In tre anni, ha rimosso tutte le inchieste portate avanti da Report sull’amministratore delegato in Fiat?

Chi s’imbatte nel nuovo documentario su Marchionne a cura di Francesco Miccichè, osserverà una vera e propria santificazione del manager italo-canadese. Ne passerà l’immagine di uomo infaticabile, buono con i suoi dipendenti, dall’immensa umanità, dalla spiccata genialità industriale e immenso contrattatore. Non mettiamo in dubbio queste qualità umane, ma sono descrizioni che cozzano con tutti quei dossier inerenti proprio la figura di questo dirigente e portati avanti con forza da Rai 3 a metà del 2011.

Un’emittente, o meglio il servizio pubblico radiotelevisivo italiano, dovrebbe avere una coerenza editoriale in quello che manda in onda nel proprio palinsesto. Invece arriviamo al tramonto del 2021, dove il manager diventa un modello da celebrare e non più una “grande bestia” dove risucchiare scoop o scandali.

Rai 3 sembra dimenticare la propria attitudine di canale pubblico vicino a un pubblico di sinistra, come forse dimentica tutti i servizi su Sergio Marchionne: la delocalizzazione legale della Fiat passata in Olanda e fiscalmente in Regno Unito; la residenza dell’AD Fiat in Svizzera presso il cantone tedesco di Zugo; le battaglie sindacali contro chi voleva stracciare i principi del Contratto nazionale dei Metalmeccanici e chiudeva storiche fabbriche dell’automobile all’interno della Penisola italiana, con conseguenti perdite del lavoro per migliaia di operai.

Oggettivamente, non è etica la santificazione di simili personaggi, tantomeno poi in prima serata e sui canali della televisione pubblica, come avverrà il 17 dicembre alle 21.25 su Rai 3. Sia chiaro, nessuno dice che non si debba parlare di Sergio Marchionne in tv: si chiede solamente di parlarne con un oggettivo criterio giornalistico. Un dato che nell’attuale documentario, manca completamente. Si perde dietro omaggi alla figura del manager scomparso, addirittura portando Maurizio Landini a etichettarlo come un grande manager e in barba alle battaglie sindacali effettuate come Segretario Generale della FIOM.

 

LEGGI ANCHE:

Seguici sul nostro canale Telegram: CLICCA QUI PER ISCRIVERTI AL CANALE.

Seguici sul nostro profilo Twitter: CLICCA QUI PER SEGUIRCI.

Seguici sulla nostra pagina Facebook: CLICCA QUI PER METTERE “MI PIACE”.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Focus!

Potrebbero anche interessarti: