Il reboot di Cip e Ciop è un’operazione nostalgia tra pop e trash

Roma – Cip e Ciop, i due scoiattolini più famosi della televisione, ritornano in azione dopo quasi trent’anni dall’ultima volta.

Diretto da Akiva Schaffer, il nuovo lungometraggio si presenta più come un tributo finale alla coppia piuttosto che un tentativo di riavviare una saga. L’obiettivo è quello di fare in modo che le generazioni odierne entrino in contatto con i personaggi, approfittandone poi per recuperarsi la serie a cartone animato “Agenti Speciali”, già presente nel catalogo di Disney Plus.

L’operazione in parte riesce ma, inevitabilmente, il film risente di un’eccessiva contaminazione della cultura cinematografica dei giorni nostri. Il risultato è un prodotto capace di provocare un effetto malinconico ma troppo condito di citazioni trash e pop che mettono in risalto tutti i lati negativi di una pellicola che è destinata a chiudere il cerchio sui due protagonisti principali.

Nel mondo di oggi, Cip e Ciop si sono separati, conducono vite diverse con stili opposti e non si parlano da anni. Il primo, doppiato da Raoul Bova, è un venditore di polizze assicurative che vive da solo, in compagnia di un cane, visibilmente depresso e insoddisfatto della sua esistenza. L’altro, con la voce italiana di Giampaolo Morelli, ha invece continuato a galoppare l’onda del successo divenendo una star di fama mondiale acclamato dalle folle d’America. Inoltre, Ciop si sottopone ad un’operazione che ne migliora l’aspetto in CGI rendendolo più moderno rispetto al collega fermo al design degli anni Novanta.

Entrambi vengono contattati da loro ex compagno di squadra e di set, Monterey Jack (doppiato da Jonis Bascir), il quale chiede aiuto ai due amici per uscire da una situazione complicata in cui si è cacciato. I due lo respingono, ma quando egli scompare, Cip e Ciop torneranno a fare squadra insieme per ritrovarlo, coinvolgendo anche gli altri due membri del team: la topolina Scheggia (Francesca Chillemi) e l’insetto Zipper, per un’ultima intrigante operazione di salvataggio.

Come detto in precedenza, il film richiama moltissimi personaggi del mondo Disney del passato fino a quelli moderni. Evidenti sono le citazioni a opere come “Cars”, “Il Re Leone”, “Polar Express”, “Il libro della giungla”, “Shrek” e tantissimi altri. In un cameo, esilarante, compare persino la versione “ugly” di Sonic, mentre come villain ci ritroveremo davanti una versione gangster di Peter Pan. Si deduce da qui il caso di richiami che rende il tutto alquanto confuso ma terribilmente divertente. Anche in Cip e Ciop è il trash a farla da padrone.

La fotografia del film, curata da Larry Fong, ci presenta una Los Angeles esageratamente pop abitata sia da persone normali sia da cartoni animati in un fortissimo richiamo a “Chi ha incastrato Roger Rabbit”.

Un concentrato di elementi che rende il prodotto finale estremamente confusionario. Ma è inevitabile che, a guardarlo, rivengono in mente le avventure dei due piccoli roditori che hanno divertito la generazione a cavallo degli anni Novanta e Duemila. “Cip e Cip: Agenti Speciali” ci mostra come entrambi siano letteralmente invecchiati, televisivamente parlando, ma anche come siano ancora attuali capaci di risvegliare gli animi assortiti di chi non li ha mai veramente dimenticati. In fin dei conti, il film riesce comunque a divertire il pubblico, a rendersi intrigante in determinati punti e, cosa più importante, a riunire la famosa squadra degli agenti speciali per l’ultima volta.

VOTO AL FILM: ⭐⭐ 1/5

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