Covid: il problema non è la scuola, ma i mezzi per arrivarci

Roma – Torna a far discutere il tema scuola, che oggi viene purtroppo visto come il principale focolaio di Covid-19 in Italia.

Un’idea totalmente errata, che purtroppo non rende giustizia alla casa dell’istruzione per giovani di ogni ordine ed età. Vero: oggi la scuola vive profonde criticità strutturali e nel campo dell’organizzazione. Ma sarebbe troppo superficiale definire il sistema scolastico “pericoloso” solo per questi motivi.

Oggi il rapporto “Covid-Scuola” ha radici esterne ai locali scolastici, da cercarsi nel tragitto che divide l’aula d’insegnamento dalla casa del singolo studente. Il problema è da rintracciare nei mezzi pubblici, spesso veri focolai perenni in troppe metropoli italiane. Una verità che non ci raccontano solo i rappresentanti studenteschi, le liste studentesche o addirittura i dipendenti del sistema scolastico, ma anche quei comitati pendolari da sempre attenti al servizio di trasporto pubblico delle proprie città.

Troppi ragazzi rimangono contagiati sugli quegli autobus o treni, che tutti i giorni utilizzano per arrivare a scuola. Parliamo di mezzi puntualmente strapieni nelle ore di punta, dove non vengono rispettate le distanze, dove non avviene nessun tipo di igienizzazione o pulizia degli stessi. Solo a Roma, sono troppi i comitati pendolari che dubitano addirittura di un’effettiva pulizia su quei mezzi che tutti i giorni attraversano linee come la Roma-Lido, la Metro B o la Metro A: tutti percorsi che collegano le varie zone della città, vedendo il transito di migliaia di pendolari al giorno.

E’ proprio la gioventù a denunciare tale stato alzando la voce, chiamando tante volte proteste nelle più importanti piazze italiane. Arrivare a scuola in questo stato, è realmente pericoloso per studenti, docenti e cittadini. Tutto questo, nonostante ogni singolo alunno conosca bene l’importanza di una “scuola in presenza” e all’insegna dei rapporti sociali. Ma in una simile situazione, tale scenario è possibile?

Le risposte non possono arrivare dai presidi delle singole scuole, che oggi sull’Ansa provano a proporre l’utilizzo della mascherine FFP2 all’interno dei locali scolastici. Tali decisioni ricadono sui volti del Governo e dei vari Sindaci. Spetta a loro cambiare il passo sui mezzi pubblici, renderli più puliti ed efficienti in primis per la dignità di quei tanti pendolari che ancora vogliono fare gli onesti e continuare a pagare il biglietto di viaggio.

 

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