Amministrative, il candidato sindaco civico in politica fa più danni del politico

Roma – Ci piace andare controcorrente, e allora lo ribadiamo anche per queste Amministrative: i candidati a Sindaco della società civile fanno solo danni… tantissimi danni.

Non lo diciamo per vena polemica contro il Centrodestra o qualunque realtà politica che abbia optato per candidare un Sindaco civico nel proprio Comune, ma bensì perché si tratta di una palese realtà dei fatti. Roma, Milano, Torino, ma anche altri Comuni in giro per l’Italia: tanti sconosciuti in cerca di ribalta e fama politica, ma incapaci di gestire l’onda dei riflettori mediatici che impone una seria campagna elettorale.

IL CANDIDATO CHE FUGGE AI CONFRONTI POLITICI – A Roma è abbastanza aberrante vedere la campagna elettorale di Enrico Michetti. Oltre ad aver pubblicato il proprio programma elettorale a pochi giorni dal voto, è l’incubo dei singoli candidati – tra Comune e Municipi – della sua area politica, ovvero il Centrodestra. Tra una citazione latina e una rispolverata culturale dell’Antica Roma, il docente di Diritto Amministrativo mostra un buon bagaglio culturale, ma profonde lacune nel saper tenere il campo politico e soprattutto nelle conoscenze riguardo i problemi della Capitale. Non c’è confronto elettorale dove ormai non fugga in pieno svolgimento della kermesse o addirittura non presenzi (in ultimo l’evento del “Comitato Pendolari della Roma Lido” ad Acilia), creando non pochi imbarazzi ai vertici di Forza Italia, la Lega e Fratelli d’Italia. Non è un mistero che Giorgia Meloni sia irritata da simili atteggiamenti, spesso tamponando le assenze del suo candidato Sindaco in prima persona presso eventi elettorali o grandi comizi di quartiere in giro per il territorio romano.

“NON PAGHI LA CAMPAGNA ELETTORALE: ALLORA MI RITIRO!” – Storia diversa a Milano, dove il prof. Luca Bernardo rischia di perdere al primo turno, senza neanche passare dal ballottaggio. Medico luminare nel campo della Pediatria, forse sarebbe stato meglio lasciarlo alla propria professione… e invece no! Nonostante la sua campagna elettorale abbia vissuto un totale anonimato (dopotutto, prima di due mesi fa nessuno lo conosceva), ha ottenuto le luci dei riflettori dopo una bordata indirizzata ai vertici della propria coalizione. Infatti, il medico si sarebbe lamentato dei partiti che lo sostengono e che – a suo modo di vedere – non gli darebbero abbastanza soldi per la campagna elettorale. Un “dramma” umano e politico, che fanno ponderare al candidato anche l’ipotesi di “ritirarsi” dalla sfida elettorale, in caso non venissero esauditi i propri desideri. Quello che potrebbe essere un rumor malevolo degli oppositori politici, si conferma come verità con la pubblicazione di una propria chat WhatsApp sui maggiori giornali d’Italia. Insomma, una persona che mostra di non avere capacità politiche e soprattutto di non saper interagire nel mondo politico e neanche con i propri alleati. Una dimostrazione palese la vediamo con le sue ultime dichiarazioni politiche, dove definisce come dei “pistola” tutti gli elettori di Beppe Sala. Ma un candidato Sindaco può esprimersi cosi? Dove sta il rispetto dell’avversario politico?

IL CANDIDATO NON REGGE LE LUCI DELLA RIBALTA – Spostiamoci a Torino, dove sulla questione del candidato Sindaco civico pensavamo di trovarci davanti l’eccezione alla regola: l’imprenditore Paolo Damilano è in testa nei sondaggi, piace alle persone e soprattutto è conosciuto in città perché ritenuto un professionista esemplare. Favola bellissima, peccato il suo fisico non abbia retto a un lieve malore, con l’episodio che gli ha bloccato la campagna elettorale. Fortunatamente nulla di grave, probabilmente solo un accumulo di stress dovuto ai fortissimi ritmi dettati dagli impegni elettorali. Perché anche in questo caso, la politica non fa per tutti: bisogna avere fisico e pazienza per tenere botta a tutti gli incontri, i comizi, le interviste. Ritmi che dettano la giornata dall’alba fino alla notte del giorno dopo, portandoti via energia, salute e soprattutto condizione psicofisica. Stress cui un politico di esperienza regge normalmente, magari perché abituato fin da ragazzino a fare campagne elettorali dentro le scuole o le Università della propria città.

I CIVICI ELETTI? MA CHE DISASTRO – Ma il “candidato Sindaco civico” è una garanzia in caso venisse eletto? I fatti ci dicono di no! Prendiamo gli esempi di Virginia Raggi, Chiara Appendino o Luigi De Magistris, che senza esperienza politico/amministrativa hanno portato al degrado città come Roma, Torino e Napoli. “Virgi Star” è stata incapace di saper interpretare il corretto utilizzo della macchina amministrativa romana, aggravando le condizioni già tragiche di realtà come ATAC, AMA o il decoro di tutta la Città Eterna. Non è stata da meno la Sindaca di Torino, che ha allontanato i propri consiglieri politici una volta eletta e successivamente si è ritrovata coinvolta nei tragici fatti di piazza San Carlo per effettiva inesperienza. Invece, situazioni surreali hanno toccato il Sindaco De Magistris: l’ex magistrato sta svolgendo la sua campagna elettorale come candidato alla Presidenza della Regione Calabria, nonostante sia ancora eletto Sindaco di Napoli.

Siete ancora convinti della bontà dei civici?

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