Storie di Spiderman di altre culture: l’Uomo Ragno nero di Miles Morales

Roma – Seguire le avventure dell’Uomo Ragno, significa trovare il personaggio in tante vesti e in numerose storie editoriali che lo vedono protagonista. Tra queste, molto celebri stanno diventando le vicissitudini inerenti Miles Morales, ovvero il primo Spider-Man afro-americano.

Il personaggio disegnato in onore di Barack Obama dopo la sua elezione come 44º Presidente degli Stati Uniti d’America, vede svolgere le proprie avventure nell’universo Ultimate e raccogliere l’eredità eroica del classico Spiderman che conosciamo tutti. Infatti, in questa realtà Miles vede morire Peter Parker per mano di Norman Osborn (invece, la furia di Kingpin nel film “Spider-Man – Un nuovo universo”), raccogliendo un pesante testimone della cultura pop nonostante la giovane età.

Nella vicenda va premessa una cosa: come Parker non agì per fermare il ladro che ucciderà lo zio Ben, stessa cosa farà Morales alla morte del noto supereroe pur possedendo dei poteri. Un episodio che descrive pienamente lo spirito e la psicologia del personaggio, che delle abilità fuori dal comune dopo la puntura di un ragno, non accetta da quel momento lo stato di supereroe. Questo perché è un ragazzo molto timido, che nonostante la grande intelligenza si ritrova all’improvviso catapultato in un mondo che non gli appartiene, ovvero la veste di paladino della giustizia.

Lo fa, potendo contare su poteri davvero belli: mimetizzarsi; una spiccata agilità, la capacità di paralizzare i propri avversari con le mani. Tutto questo con una tuta nera e rossa, che ci riportano all’etnia del ragazzo e ricordano il costume del compianto Peter Parker.

Morales figlio dell’idea creativa di Axel Alonso, secondo l’autore doveva ricoprire il concetto di “Uomo Ragno del XXI secolo”. Uno Spiderman dell’epoca globalizzata, che nella sua originalità raccoglie una cultura e una diversità in confronto al proprio predecessore. Miles come “un riflesso alla cultura multietnica in cui viviamo”, in una storia che allontana i pregiudizi e le discriminanti verso una persona latino-americana, ma anzi la rilancia verso una dimensione supereroistica.

 

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