Roma – Si apre la strada del Mattarella-Bis per il Quirinale, in uno scenario che contraddistingue una fortissima sconfitta della politica parlamentare italiana.
Oggi i gruppi rappresentati dai Grandi Elettori, hanno dimostrato di non sapere decidere le sorti dell’Italia, facendo invece osservare la megalomania e l’individualismo di qualcuno.
C’è chi pretende di andare al Colle… c’è chi vuole porre veti sui nomi… c’è chi vuole arginare un intero mondo politico e chi vuole stare al centro dell’attenzione mediatica. Tutto questo mentre c’è un Paese che collassa, tra i colpi del Covid-19 e la crisi economica.
Sergio Mattarella è un nome a cui nessuno può dire “no”, poiché non si può bocciare lo status dell’ultimo Presidente della Repubblica. Un volto che unisce tutti, soprattutto quei gruppi interni a quella maggioranza tanto litigiosa che sostiene Mario Draghi.
Oggi Mattarella è la mossa più saggia? No. Basti pensare come lo stesso Presidente della Repubblica aveva congedato da settimane tutti gli impegni con il Colle, sostenendo come avrebbe rifiutato una seconda esperienza come Primo Cittadino italiano.
Una scelta che oggettivamente potrebbe verificarsi, in barba alle chiamate di Mario Draghi, Silvio Berlusconi e il tavolo chiesto dai Capigruppo delle Camere. Oggi c’è un problema di dialogo tra i vari gruppi parlamentari, non certo la mancanza di nomi autorevoli da mettere sul tavolo per il Quirinale.
Fossi in Mattarella, ai Capigruppo evidenzierei la necessità di far tornare la politica a “fare politica”: ovvero dialogare; guardare all’interesse del popolo italiano; trovare una sintesi e un compromesso sul nome del suo successore.
Conoscendo il Presidente della Repubblica e il suo equilibrio politico, non mi meraviglierebbe che oggi effettuasse un discorso simile. Dopotutto, avrà i suoi motivi per non rinnovare il suo impegno istituzionale, cominciando magari a pensare che parliamo sempre di un uomo – o Nonno d’Italia – di 80 anni.
Insomma, nel Parlamento si smetta la corsa ai nomi… ora c’è bisogno di dialogo!
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