L’Italia ritira i propri corrispondenti in Russia: la narrazione Nato ringrazia

Roma – L’Italia ha deciso di mandare via i propri corrispondenti giornalistici in Russia, togliendo di fatto un ponte alla corretta informazione tra il nostro Paese e le vicissitudini che toccano il Cremlino.

La campagna “anti-fake news” voluta dal Governo russo, è stato uno spettacolare assist alla narrazione della Nato e quindi filo-atlantica.

Con questo, pur ritenendo necessaria sempre una libertà di stampa, è anche evidente come una certa informazione – mondiale e non solo italiana – abbia dipinto Vladimir Putin come un sanguinario solo per chiari intenti politici. Mosse che ben poco spartiscono con un corretto modo di fare giornalismo, ma soprattutto di raccontare le ragioni dell’attualità: in questo caso la guerra che mette di fronte la Russia e l’Ucraina.

Se il Governo russo è arrivato a chiedere l’arresto di certe firme che pubblicano fake news, è anche vero che la Russia è stata in più occasioni diffamata nei vari servizi televisivi in giro per il mondo: scene di guerra prese dai videogame; video di esplosioni totalmente estranee al conflitto ucraino, ma spacciate per esso.

Insomma, se Putin ha messo da parte la diplomazia con l’Ucraina, allo stesso modo i giornalisti hanno cestinato la propria deontologia nel fare certi servizi. Il pensiero dominante chiedeva di demonizzare Putin e la stampa – ormai al guinzaglio di padroni – ha impacchettato servizi menzogneri sulla faccenda, arrivando addirittura a mandare in onda pezzi di videogiochi… ovvero situazioni neanche mai accadute nella realtà.

Il ritiro dei propri corrispondenti in terra russa, è l’ennesimo colpo mortale alla verità sul conflitto russo-ucraino: un’informazione che ancora di più si concentrerà sulle ragioni dell’Ucraina e dell’Occidente, disinteressandosi del punto di vista della Russia.

Come si può fare informazione, sentendo solo una campana? Come possiamo chiamare giornalismo, una forma d’informazione che censura uno degli attori in un importante conflitto? Chi racconterà il conflitto dal punto di vista dei russi?

Che bello questo giornalismo e questo modo democratico di fare le cose!

 

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