Il Marforio presenta: “Élite – Stagione 4 e 5”

Roma – Si sono concluse altre due stagioni di Élite, in un prodotto Netflix che dimostra di spopolare ancora tra i millennials d’Italia e del resto del mondo.

Le stagioni 4 e 5, le ho definite semplicemente di maturità: le storie assumono un risvolto più complicato; i personaggi crescono (in primis Samuel, Omar e Rebeka); gli stessi soggetti impegnati nelle storie, affrontano un viaggio interiore alla scoperta di loro stessi. Sull’ultimo punto, siamo ben lontani dai viaggi spirituali in India dei Beatles: tutto avviene nei soliti festini stile “Élite”, ovvero tra tanto sesso, droga e devasto vario.

COSA MI E’ PIACIUTO DI “ÉLITE – SEASONS 4 & 5”?

Un plauso va assolutamente fatto agli “antagonisti” della stagione, ovvero i fratelli Patrick, Mencia e Ari, con il padre Benjamín Blanco, ovvero il nuovo Preside della scuola. Siamo davanti a quattro tipi di “cattivi” diversi l’uno dall’altro: la traditrice; la bugiarda; il guastafeste e il Preside “nazista” con tanti scheletri nell’armadio. Una componente che li porta gradualmente a essere la “famiglia cattiva” di punta nella serie, venendo additati addirittura in una puntata come “cancerogeni” verso tutto quello che toccano.

Andando in controtendenza all’opinione pubblica, ho apprezzato anche la crescita dei personaggi: quello che altri telespettatori hanno inteso come “snaturamento” di un determinato soggetto, al contrario io l’ho trovato come una presa di maturità. Sessuale, emotiva, professionale.

Bene la scelta degli attori per tutti i ruoli di giovani. Ancora una volta si punta su ragazze o ragazzi bellissimi, in grado di attirare pubblico verso il racconto di una determinata storia.

Ho apprezzato anche lo sdoganamento del sesso e dell’amore in tutte le sue forme all’interno delle varie puntate, facendo percepire certe scene – anche molto esplicite – come costruttive agli occhi della società. Gli ideatori Carlos Montero e Darío Madrona sembrano voler in primis legittimare tutte le forme di amore e di atto sessuale, mettendo solo come contorno un tono thriller e drammatico.

Leitmotiv fisso nella serie: l’utilizzo del preservativo in ogni pratica sessuale. Dove non educano genitori o scuole, il pubblico giovane viene istruito da questa serie televisiva, che nonostante i suoi sfarzi, riesce ugualmente a mandare un messaggio importante al mondo.

Concludo questo paragrafo menzionando anche la “lettura delle mente” dei giovani. Élite non è solamente un viaggio nella sessualità di questi ragazzi, ma anche una presa di coscienza verso le paure di un qualsiasi adolescente: la competizione amorosa; scoprire uno stupro; le difficoltà economiche; il tradimento da persone cui si nutriva una fiducia cieca; le dipendenza da droga; lo sconforto e la solitudine.

COSA NON MI E’ PIACIUTO DI “ÉLITE – SEASONS 4 & 5”?

La nota negativa l’ho trovata nel finale della quinta stagione, in una sceneggiatura che apre un proseguo in una ormai certa sesta stagione, ma che ci pone dei forti interrogativi – che potrà chiarire solo la visione di quel capitolo – su chi realmente ci reciterà all’interno e chi no.

Da una parte, gli sceneggiatori hanno creato un forte “hype” verso la prossima stagione, costringendo tutti i curiosi a fiondarsi all’uscita – su Netflix – del sesto capitolo della serie. Tutto ciò, nonostante il rischio che qualche beniamino del pubblico saluti definitivamente questo prodotto cinetelevisivo, specie se le fonti vicine a Élite mantengono il totale segreto verso gli attori che reciteranno nella prossima stagione.

CONSIGLIO

Come “il valore di un calciatore non si valuta da un calcio di rigore sbagliato”, lo stesso può valere per una serie tv con un finale troppo commerciale e che potrebbe nascondere tante sorprese.

“Élite – Season 4 & 5” è un prodotto ben delineato, soprattutto con una forte identità. Tra tutte le stagioni visti, probabilmente questa è quella che mi ha catturato maggiormente.

Per chi cerca la caratterizzazione dei personaggi, questa è la serie che fa per lui: gli sceneggiatori ci riescono con ben 15 personaggi, tutti diversi tra loro.

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