Roma – I casi di Covid-19 stanno aumentando in tutta Italia, ma un simile fenomeno può farci tornare all’utilizzo delle mascherine all’aperto? E’ un quesito che andrebbe posto a virologi competenti, ma che oggi – purtroppo – viene discusso solamente dalla parte politica.

La tematica è adesso attualità della Regione Lazio, una delle zone italiane dove c’è stato un incremento significativo di positivi al Covid-19 negli ultimi giorni. Come ci raccontano le cronache di Aprilia, lo stesso Comune ha emesso un’ordinanza per l’obbligo di mascherina anche nei luoghi all’aperto. Ma per una simile scelta politica del sindaco Antonio Terra, dobbiamo considerare questa Città come piena di “no vax”? Assolutamente no.

Va infatti precisato un dato. Il 17 novembre, l’ASL del Distretto di Aprilia ha pubblicato i dati sulle vaccinazioni interne al Comune nella provincia di Latina: al momento, l’81% della popolazione ha compiuto la prima dose del vaccino; il 72% ha compiuto il ciclo vaccinale e il 3% ha effettuato anche il richiamo della terza dose. Nonostante i numeri vedano Aprilia come il comune con il tasso di vaccinazioni più basso d’Italia, da tali dati si può sostenere tutto tranne che parliamo di una “Città no vax”.

Anzi, oggi sarà difficile spiegare una simile ordinanza cittadina ai vaccinati del posto, costretti a rimettersi la mascherina all’aperto pur essendosi iniettati il “siero delle libertà personali”. Insomma, dopo il rischio per aver fatto il vaccino, ora anche la beffa.

Ed è una linea che rischia di diventare regola anche nelle altre località del Lazio, a cominciare da Roma. Nonostante le rigidità sui Green Pass all’interno dei posti di lavoro o delle attività di ristorazione, le regole anti-contagio esulano – purtroppo – negli ambienti legati ai mezzi pubblici: qui i pendolari sono ammassati; in balia di veicoli sporchi; con tante persone che non indossano la mascherina. Il nido perfetto per creare un focolaio da Covid-19!

Se ad Aprilia hanno rimesso le mascherine per la comunità rumena e ortodossa scettica al vaccino, pensiamo che fine potremmo fare noi con le migliaia di pendolari della Roma-Lido e delle metro Atac romane.

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