Baraccopoli dentro la Pineta delle Acque Rosse

Baraccopoli nella Pineta di Ostia, l’Estate rilancia il pericolo incendi alle Acque Rosse

Le baraccopoli dentro la Pineta delle Acque Rosse di Ostia resistono: da anni, giaciglio sorge con una discarica abusiva alle spalle di via dell’Appagliatore

Si avvicina l’estate e con il caldo della nuova stagione, inesorabilmente, anche il pericoloso d’incendi all’interno della Pineta di Ostia. La vicenda oggi ci riporta con le baraccopoli sorte all’interno della Pineta delle Acque Rosse, dove da decenni i residenti denunciano pubblicamente la presenza di una favelas e persone in gravi difficoltà abitative. Tutto ciò, peraltro, creando una bomba a orologeria sul piano dell’inquinamento ambientale e la sicurezza dello stesso polmone verde lidense.

Il pericolo delle baraccopoli nella Pineta di Ostia

La denuncia, in quest’occasione, arriva dall’attivista lidense Mauro Delicato. Il cittadino da mesi segnala l’emergenza abitativa all’interno della Pineta delle Acque Rosse, spostandosi in questa occasione con l’ingresso situato nei pressi di via Tancredi Chiaraluce. Addestrandosi per diverse centinaia di metri nel sentiero sterrato, ed entrando nei punti dove la vegetazione è più fitta, è possibile individuare una storica baraccopoli presente in questo quadrante della Riserva Naturale.

La baracca, fatta di scarti edili e che nei suoi pressi vede anche delle tende da campeggio vissute da qualche soggetto, sorge alle spalle delle case Ater di via dell’Appagliatore. Un sito che, ormai da decenni, crea concreti problemi sul piano dell’inquinamento e soprattutto la sicurezza della stessa pineta, considerato come già nel maggio del 2023 da questo spazio partì un preoccupante incendio: a innescarlo, in quell’occasione, un senza fissa dimora in stato di grave ubriachezza e che diede alle fiamme il proprio materasso con un mozzicone di sigaretta.

Il sopralluogo condotto all’interno della Pineta delle Acque Rosse

Come mostra un breve video girato da Delicato, la baraccopoli si nasconde tra i canneti della Pineta. Lo spazio si apre con una discarica abusiva, una latrina rudimentale utilizzata dai senzatetto che vivono l’area, fino ad aprirsi allo spazio dove emerge la struttura in muratura e che molto probabilmente è abusiva. Ai suoi lati, addirittura, sono presenti i resti dei mezzi edili utilizzati nei primi Anni ’90 per le costruzioni delle palazzine lungo via dell’Appagliatore.

Discarica abusiva all'interno della Pineta delle Acque Rosse
Rifiuti presenti all’interno della Pineta delle Acque Rosse di Ostia – (Mauro Delicato) – ilmarforio.it

Il concreto rischio d’incendi in questo quadrante di Ostia Ponente

Le immagini scattate da Mauro Delicato, e gentilmente concesse al nostro giornale, evidenziano come la discarica abusiva vive incontrastata all’interno della Pineta e soprattutto a pochi passi dalle abitazioni dei residenti. Gli sbandati hanno ammassato plastiche, coperte, addirittura borse che plausibilmente potrebbero essere originarie di qualche furto compiuto nei vicini poli sportivi del X Municipio.

Come avvenne durante la Primavera del 2023, le plastiche possono alimentare un disastro ambientale di grandi proporzioni all’interno della Pineta delle Acque Rosse. Nulla che, peraltro, non conosca il X Municipio e il Comune di Roma: gli stessi residenti, da più di un decennio, hanno evidenziato la seria problematica all’interno della Riserva Naturale. Sulla vicenda, pochi anni fa, anche un sopralluogo svolto dalla Polizia Locale di Roma Capitale, che sulla vicenda annotò anche la presenza di un’immensa discarica dove venivano tenuti pneumatici, elettrodomestici e scarti edili.

Un problema di sicurezza cittadina torna sul tavolo del X Municipio

Riguardo le baraccopoli della Pineta delle Acque Rosse, e in particolare quelle presenti sul lato di via dell’Appagliatore, le segnalazioni a istituzioni e forze dell’ordine possono considerarsi ormai quotidiane da anni. La vicenda, almeno dal Comune di Roma, si sarebbe chiusa con la programmazione di un censimento, che nei fatti però non sembra mai essere stato effettuato. Come d’altronde la liberazione degli spazi inerenti alla Riserva Naturale, coi cittadini che in più occasioni hanno evidenziato il concreto rischio d’incendi.

Dopotutto, gli ultimi tre incendi nello spazio hanno avuto immani portate sul piano del danno ambientale e soprattutto all’ecosistema locale. In passato, le fiamme arrivarono fino al perimetro delle case bianche di via Tancredi Chiaraluce e gli alloggi Ater, rischiando di danneggiare le auto in sosta e col fumo che entrava nei balconi dei singoli appartamenti. A fiamme spente, le sterpaglie bruciate lasciarono lo spazio a un’immensa discarica abusiva fatta di pneumatici e una moria immane di animali, tra cui carcasse bruciate di gatti e volpi.

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