Quirinale, perché è il tempo di Draghi?

R0ma – Grande confusione sulle personalità da far salire al Quirinale, nonostante ci troviamo a poche ore dal voto dei Grandi Elettori.

Con Berlusconi alla porta e personalità come Casini o Frattini che stanno a guardare alla finestra, oggi sembra che la politica non riesca a trovare una quadra su una personalità autorevole da portare al Colle.

Eppure una persona di simile caratura, ce l’hanno davanti al naso: l’attuale premier Mario Draghi. Sia chiaro, chi scrive non simpatizza per l’ex Presidente della Banca Centrale Europea… però fa suo un detto: bisogna fare di necessità, virtù!

Oggi il Parlamento italiano non ha personalità credibili a rivestire la carica di Presidente della Repubblica, come ben ci hanno dimostrato tutte quelle polemiche occorse attorno alla figura di Silvio Berlusconi. Un problema che non investe solamente il Centrodestra, ma anche il Centrosinistra, dove ci sarebbe tanto da dire riguardo i profili ventilati di Romano Prodi, Massimo D’Alema, Pier Ferdinando Casini o Pierluigi Bersani.

Serve fare una scelta di campo, che faccia trapelare un’autorevolezza sia in campo nazionale che internazionale. Chi meglio di Mario Draghi potrebbe sostenere questo gioco?

Nonostante delle profonde superficialità sulla gestione del Covid-19, ancora il Premier gode delle simpatie dei cittadini italiani e soprattutto di tutto quei poteri forti che dettano la politica mondiale: non solo lobby, Big Pharma e i grandi interessi finanziari, ma anche quel collegamento diretto con la Casa Bianca.

In una visione prettamente utopistica, forse spedire Mario Draghi al Quirinale, sarebbe il minore dei mali per l’Italia: da una parte votarlo significherebbe dargli una falsa promozione sulla sua gestione di Governo; dall’altra provare a imboccare una strada giusta verso l’uscita dalla pandemia, partendo da un nuovo Premier e la sostituzione di Roberto Speranza al Ministero della Sanità.

Una logica che dovrebbe compattare la politica (opposizione compresa), oggi tenuta per la giacchetta dall’attuale Premier. Dopotutto, Draghi sembra aver fatto una promessa importante qualora salisse al Colle: la sicurezza di non sciogliere le Camere anzitempo e quindi non condannare al voto partiti come il Movimento 5 Stelle e Forza Italia.

 

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