Nel 2022, la Sinistra riparte dagli ex partigiani

Il dato elettorale del 25 settembre 2022, non lascia ambiguità: la Sinistra italiana non va al passo coi tempi e sembra rimasta al 1945.

Dopotutto, è bastata vedere la conduzione della recente campagna elettorale, animata da proclami all’Antifascismo e le offese di Enrico Letta verso Giorgia Meloni. Questo nonostante le tematiche elettorali in Italia sarebbero dovute essere altre, considerata la crisi economica, il conflitto russo-ucraino, il blocco del gas o l’alto tasso di disoccupazione.

Invece a Sinistra si è preferita fare una politica anacronistica, ampiamente bocciata dai cittadini italiani e che ha cacciato fuori dalle Camere volti come Emanuele Fiano, Emma Bonino o Monica Cirinnà.

Lo stesso ex deputato Fiano, su La7 ha dovuto ammettere: “L’Antifascismo non è tra le priorità di questo Paese”. Una gradita presa di coscienza a questo periodo storico, purtroppo non condivisa in tutta la Sinistra italiana.

Basti vedere Nicoletta Soave Liberati o Antonio Amoretti, anzianissimi ex partigiani pronti a tornare sulle montagne, imbracciare un fucile e sparare a un elettore di Centrodestra per “non far tornare il Fascismo in Italia”. Un delirio probabilmente dettato dall’avanzata età, ma che osannato dalla Sinistra nuovamente alimenta un clima infame di violenza politica.

Ci troviamo davanti a una Sinistra, o meglio a un Partito Democratico, incapace di guardare ai propri errori, comprendere come la sua sconfitta dipende anzitutto da una visione del Paese fuori dal tempo.

Se la Sinistra riparte dai Soave Liberati, gli Amoretti, la Jebreal piuttosto che Saviano o Formigli… beh, il Centrodestra vincerà a mani basse per i prossimi quarant’anni. L’odio politico non lo sostiene nessuno, in primis chi è per la Democrazia.

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