Lega Vs Zuckerberg: Salvini fa un esposto contro Meta

Roma – Va avanti la battaglia tutta occidentale contro Meta, l’impresa che controlla i servizi di rete sociale come Facebook, WhatsApp, Messenger e Instagram.

La struttura di proprietà di Mark Zuckerberg, è nuovamente al centro delle polemiche sollevate dai conservatori europei ed americani. Infatti, i social gestiti da Meta sembrerebbero oscurare i post politici provenienti dal mondo conservatore. Nel caso italiano, a sollevare il caso sarebbero diversi parlamentari della Lega, che dalle piattaforme di Zuckerberg vedrebbero rimossi i propri contenuti, nonostante il regolare pagamento di campagne pubblicitarie svolte tramite Facebook o Instagram.

Sentendo gli esponenti della realtà di Matteo Salvini, il danno sarebbe grande. A meno di due settimane dal voto, questa politica fatta da Meta sta pesantemente penalizzando la loro strategia elettorale. Una situazione che ha costretto gli ambienti leghisti a rivolgersi all’AGCOM, facendo notare la “condotta scorretta” della famosa piattaforma social americana. Infatti, dalla Lega commentano così: “Meta sta arbitrariamente oscurando e inibendo la divulgazione di contenuti delle pagine dei nostri parlamentari e in generale di gruppi riferiti al Centrodestra. Tutto ciò accade senza alcuna ragione o evidenza comunicata agli utenti, in un momento delicato come quello della campagna elettorale in cui dovrebbe prevalere più che mai il pluralismo della comunicazione”.

La faccenda occorsa all’ambiente leghista, riapre una questione oramai arcinota nell’Occidente politico: Zuckerberg, al pari di Twitter, che spinge la propaganda progressista. Come la Lega, sono noti gli esempi passati di Donald Trump, vari esponenti di Destra o la controinformazione inerenti il Covid-19 e i vaccini. Proprio su questi ultimi due esempi, riguardiamoci come Meta continui a inserire proprie informative in post inerenti il Coronavirus, il tutto in modo invadente e quasi a voler zittire quelle voci che dissentono dal “Zuckerberg pensiero”, padre padrone di piattaforme come Facebook o Instagram.

Il magnate newyorkese gestisce i social di sua proprietà come casa propria, evidenziando di abbracciare la linea progressista/democratica all’interno della politica aziendale interna. Una realtà virtuale dove “vai bene, a patto che la pensi come me”, con centinaia di moderatori assunti al solo fine di censurare qualunque post proveniente dal mondo di Destra e bannare i suoi rappresentanti. Una piattaforma profondamente totalitaria, spacciata dalla Sinistra nostrana come l’emblema della Democrazia.

Il problema oggi è chi ci si iscrive, continua a scriversi e soprattutto la politica europea, che permette ancora a Meta di funzionare sul suolo dell’Unione Europea nonostante tutto, ovvero violando qualsiasi principio di pluralismo e libertà di pensiero.

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