piazza del teatro di pompeo a Roma

La sponsorizzazione delle aree pubbliche, soluzioni amministrative al degrado di Roma

Sempre più spesso si legge sui giornali i problemi legati al degrado all’interno della città di Roma, con lunghe interviste di cittadini che spesso raccontano a mezzo stampa i disagi – spesso anche molto gravi – che si vivono all’interno del proprio quartiere. Eppure una soluzione amministrativa alla mancanza di decoro delle zone capitoline, dal Centro Storico alla periferia, esisterebbe e soprattutto sarebbe a costo zero per le casse comunali: la sponsorizzazione delle aree del Comune.

La sponsorizzazione delle aree pubbliche di Roma

Cosa s’intende, anzitutto, con il termine amministrativo di “sponsorizzazione”? Con questa tipologia di soluzione amministrativa, si concede in azione un’area pubblica a un investitore privato. In questo caso, è plausibile pensare a imprenditori – spesso commercianti locali – che investono dei propri fondi per tenere pulita la zona dove lavorano. Piazze, strade, marciapiedi, aree verdi.

La proposta della sponsorizzazione delle aree pubbliche di Roma, nasce nel 2019 sotto la guida capitolina della sindaca Virginia Raggi. Un modus operandi che però, nell’effettivo, ha preso piede solamente nel Centro Storico di Roma, non trovando però la giusta attenzione negli altri Municipi romani e soprattutto i territori di periferia.

Il caso al Centro Storico capitolino

Ma la sponsorizzazione ha realmente avuto migliorie sulla vivibilità dei vari quartieri? Come ci racconta l’architetto Virginia Russo, dirigente del Comune di Roma, quando utilizzata questa soluzione, ha portato dei benefici alle zone. Nel concreto, ci ha spiegato il caso di piazza del Teatro Pompeo, a pochi passi da Campo de’ Fiori. In una zona complessa per la movida e la presenza del caratteristico mercato, la sponsorizzazione del ristoratore locale “Luciano cucina Italia” di Luciano Monosilio ha di gran lunga migliorato la vivibilità della zona.

Nel giro di pochi mesi, sulla strada vengono tolte le bancarelle del mercato, le auto in sosta selvaggia e soprattutto tante automobili abbandonate. Mezzi, questi ultimi, che diventavano dei punti per il mercato di contrabbando legato agli ambulanti abusivi attivi nel Centro Storico capitolino.

L’idea parte dallo stesso ristoratore Monosilio, all’epoca dei fatti esausto del crescente degrado della zona. Una situazione che gradualmente va risolvendosi, soprattutto perchè vi è stata l’attesa per gli iter della Polizia Locale di Roma al fine di spostare le bancarelle che sostavano su piazza del Teatro di Pompeo. Attesa ben riposta, considerato come nel 2021 l’area diventa uno spazio espositivo per una mostra d’arte di levatura internazionale, oltre ad aver portato poi tantissima pubblicità positiva allo stesso ristorante della zona.

La sponsorizzazione dei monumenti capitolini

Ma il caso di piazza del Teatro di Pompeo è una situazione isolata a Roma? Assolutamente no. Infatti, la sponsorizzazione è attualmente in uso anche per la tutela e la salvaguardia del nostro patrimonio artistico. Grosse multinazionali, spesso legate ai salotti della moda, investono grandi cifre per riqualificare il nostro patrimonio artistico. Proprio l’altro ieri, la Maison di Bulgari ha riconsegnato alla Città Eterna lo spazio archeologico dell’Area Sacra a largo Argentina. Altri casi emblematici furono la Fontana di Trevi, con gli investimenti di Gucci oppure il Colosseo con la sponsorizzazione di Diego Della Valle.

Anche qui, il ritorno per le attività che investono su questi siti archeologici, è a livello d’immagine. Eventi nei pressi di queste bellezze artistiche e architettoniche, sfruttate anche per suggestive pubblicità o i multimediali da far girare sui social network (su Instagram pensiamo solo ai Reels e le Stories, per non parlare poi di TikTok).

L’esperimento può essere trapiantato sulle periferie?

La sfida politica di oggi, almeno per l’Amministrazione del sindaco Roberto Gualtieri, è quello di portare la sponsorizzazione anche fuori dai confini del Grande Raccordo Anulare e quindi raggiungere i terreni di periferia. Le famose periferie problematiche della Capitale, come le cronache puntualmente ci descrivono Ostia, Acilia, Corviale, Garbatella, Tor Bella Monaca, Monte Sacro o Ponte di Nona, solo per fare alcuni nomi.

Quasi utopico pensare una sfilata di Gucci sotto il “Serpentone” di Corviale, ma ugualmente tale soluzione amministrativa forse è l’unica in grado di dare una miglioria alla vivibilità di quelle zone. Specie se pensiamo ad alcuni limiti di questa Amministrazione: poche persone per gestire un territorio immenso; fondi limitati per poter dare vita a tutte le opere e gli interventi che possono risolvere i disagi dei cittadini.

Peccato come nei singoli Municipi, a eccezione del IX Municipio Roma Eur, tale proposto amministrativa sia passata come una cometa che poi non ha visto la giusta attenzione, l’adeguato studio e soprattutto una messa in pratica nei quartieri fuori dal Centro Storico capitolino.

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