I mutanti del M5S: Di Maio e Conte antifascisti per Gualtieri

Roma – Cambiano pelle i leader del M5S, a seconda dell’occasione politica che gli si para davanti agli occhi. Allora ieri non doveva meravigliare la presenza di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio al comizio della CGIL, ufficialmente lì per portare solidarietà al sindacato dopo il violento attacco neofascista presso la sede di corso Italia.

 

LA LINEA UFFICIOSA

Dietro lo spirito crocerossino dell’attuale Movimento 5 Stelle, serve fare i conti con una storia politica che li contraddice sotto ogni punto di vista. Parliamo del M5S che criticava senza freni il Partito Democratico, partendo dalla gestione governativa dell’ex segretario Matteo Renzi, passando per la combo Monte Paschi di Siena/Bibbiano e arrivare alla costruzione di un governo con la Lega di Matteo Salvini: un’esperienza non indifferente, considerato che parliamo dell’epoca governativa più a “destra” della storia repubblicana. Eppure ieri erano a piazza San Giovanni, come se nulla fosse successo in passato e pronti a vestire la maglia del Centrosinistra per non rimanere schiacciati dai sondaggi e soprattutto evitare di sparire dalla scena politico/istituzionale.

 

L’OCCASIONE GUALTIERI

Oggi sostenere Roberto Gualtieri a Sindaco di Roma, comporta solo guadagni per la realtà pentastellata. Anzitutto, una sopravvivenza politica davanti al “bagno di sangue” delle ultime Amministrative in giro per l’Italia: un partito capace di perdere anche il 40% dei propri elettori in tanti territori sul suolo nazionale; consiglieri eletti la scorsa legislatura e scesi sotto le 100 preferenze all’ultima sfida elettorale; un M5S sparito del tutto da alcune cittadine italiane. Sono conti su cui deve riflettere Conte in qualità di leader politico, ormai tentatissimo di lanciarsi tra le braccia del Centrosinistra. Le prime iniziative da neo leader, collocavano il Movimento a Sinistra, parlavano di area progressista, trovavano accordi con Letta e addirittura ieri gli facevano vestire la maglia dell’antifascista. Dopotutto, Gualtieri promette bene: in caso di vittoria del Centrosinistra a Roma, nulla vieta una Virginia Raggi come vicesindaca nella Giunta piddina. Pazienza se l’ex Sindaca nega pubblicamente l’appoggio al Partito Democratico, perché i fatti – soprattutto quelli di Roma –  mostrano una palese intesa per battere il Centrodestra. Basta vedere le pagine social dei candidati pentastellati alle ultime comunali e municipali romane: attacchi personali a Enrico Michetti, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, ma soprattutto citazione dove viene ripescato addirittura Antonio Gramsci.

A questo punto, credo che più di qualche persona correrà a sostenere Enrico Michetti… la coerenza in politica prima di tutto!

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