Escalation di violenza a Ostia: dove stiamo andando a finire?

Roma – Nel giro di pochi giorni, il territorio di Ostia è diventato il triste teatro per pesanti episodi di cronaca nera. La presenza di baby gang nordafricane nei pressi di Lido Centro. Una saracinesca di un locale fatta detonare in un fast food accanto al Parco Pietro Rosa. Un uomo accoltellato in pieno pomeriggio all’interno di uno stabilimento vicino al Pontile. Due minorenni molestate da un afghano in una spiaggia di Ostia Levante.

Così tanti gravi episodi in pochi giorni, a memoria non li avevo mai contati a Ostia. Eppure sono avvenuti, il tutto in un territorio dalla forte propensione turistica. Come se non bastasse, alla scheda dei piccoli reati non dobbiamo dimenticare le truffe degli specchietti sulla Cristoforo Colombo, oppure l’ultimo assalto al mini-market di via Rutilio Namaziano da parte di giovani ladruncoli.

LA BABY GANG DI LIDO CENTRO

Una decina di ragazzi del Nord Africa, hanno ormai piantato le radici davanti alla stazione di Lido Centro. Si fermano ai tavolini dei bar della zona, infastidendo e importunando giovani turiste che vengono a trovarci (soprattutto bionde nordeuropee).

Quando non provano ad adescare qualche ragazza (con il rischio che certe situazioni degenerino in violenze verbali, fisiche e carnali), vanno a dettare legge nel quartiere, in una realtà cittadina dove chi dovrebbe garantire giustizia e ordine sembra evaporato al sole. A fine luglio, l’emblematica prova di forza verso le attività commerciali della zona. La gang si presenta in blocco presso un noto locale di via della Marina, probabilmente con membri già alterati dall’utilizzo di alcool e altre sostanze. Qui uno di loro, dal fisico palestrato, decide di entrare dentro l’attività a torso nudo, prendersi una bottiglietta di thè freddo e non pagarla. Inutili il richiamo a una maggiore correttezza e decoro della ragazza chiamata a gestire la cassa per quell’occasione, che di tutta risposta si è subita insulti e minacce da parte del soggetto, oltre a non percepire i soldi del prodotto rubato.

LA SARACINESCA FATTA SALTARE AL PARCO PIETRO ROSA

In un noto locale di fast food presente nei pressi del parco Pietro Rosa, poche notti fa è stata fatta saltare una saracinesca. I malviventi che hanno compiuto l’atto vandalico, avrebbero dato fuoco al magazzino dell’attività, generando così una conseguente esplosione per la pressione atmosferica che ha fatto saltare gli infissi presenti all’ingresso.

Il caso è stato trattato da tutti i giornali, con il sindaco Roberto Gualtieri venuto addirittura a portare solidarietà ai gestori dell’attività commerciale. Un gesto importantissimo, che non toglie però la paura in cui tante attività commerciali – ormai da tempo – sono cadute sul territorio per casi di taglieggiamento o gesti vandalici verso altri negozi locali.

L’ACCOLTELLAMENTO AL PONTILE

Più che Ostia, in questo episodio sembra di raccontare Gotham City e la necessità di trovare quanto prima un giustiziere in tutela della cittadinanza. Dopo una rissa pervenuta in un noto stabilimento nei pressi del Pontile, un nordafricano si è trovato un cacciavite piantato nell’addome.

Non sono chiari i moventi del caso, ma è abbastanza palese come la delinquenza non si fa problemi a compiere certi gesti alla luce del sole, magari anche in una spiaggia del centro cittadino davanti agli occhi di bambini, mamme e turisti.

LE MINORENNI MOLESTATE

In una nota spiaggia libera di Ostia Levante, un afghano ha pensato di molestare – palpeggiando – due minorenni straniere che erano venute a prendersi il sole. Un quadro che non si è aggravato solo per l’intervento di adulti vicini alle ragazze, che quasi mettono in piedi un pestaggio ai danni del molestatore per fargliela pagare.

Alle Forze dell’Ordine intervenute sul posto a portare via l’extracomunitario, l’uomo si è difeso dicendo: “Nuotando, ho urtato con la mano le due ragazze”. In una situazione che a prescindere andrà chiarita, il soggetto non si è fatto nemmeno 24 ore di cella. Dopo un giorno è stato rilasciato, con il serio pericolo che torni a importunare, molestare o addirittura stuprare giovani ragazze.

LA CRIMINALITA’ NON HA ETNIA: LA TRUFFA DELLO SPECCHIETTO

Ribadiamolo: il crimine  è problema che interessa anche noi italiani. Prendiamo l’esempio della famosa truffa dello specchietto a via Cristoforo Colombo, che ormai da anni è l’incubo di numerosi automobilisti che percorrono questa strada e che non smette di truffare poveri cittadini.

A un qualunque semaforo tra la pineta di Castel Fusano e Casal Palocco, può accadere che si affiancherà un malintenzionato che accuserà un povero malcapitato di averlo urtato pochi istanti prima, invitandolo ad accostarsi in un punto appartato per constatare il danno e raggiungere un accordo amichevole sotto pagamento di una cifra intorno ai 200 euro.

Ovviamente mai nessun urto è avvenuto, con il malcapitato che deve essere freddo nel contattare subito le Forze dell’Ordine davanti a simili episodi, così da mettere in fuga i truffatori. Così non fosse, seguire i malviventi significherebbe truffa assicurata: dargli soldi in una constatazione “semi-bonaria”, oppure pestaggio con rapina in caso di lieve resistenza da parte della vittima.

LA RAPINA AL MINI-MARKET

Ultimo caso di cronaca, ripreso anche da Canale 10, è una rapina al mini-market presente nel quadrante di piazza Tor San Michele. Il titolare denuncia come “una baby-gang abbia preso di mira la mia attività, rubando una sera patatine e bibite”.

Facendo notare ai ragazzi come la merce andava pagata, uno di loro ha pensato bene di sferrare un pugno al volto del negoziante e andare via senza saldare la merce. La vittima refertata in ospedale con diversi giorni di prognosi per l’aggressione, oggi ha paura a tenere aperta la propria attività. Nonostante il quartiere sia uno dei centri della movida lidense per la presenza di locali notturni, ugualmente qui le Forze dell’Ordine si vedono di rado, in una testimonianza riportata anche dai residenti locali.

LA POLITICA COSA FA?

Davanti a una deriva sociale simile, neanche l’Amministrazione municipale sembra interessata agli episodi raccontati. Il presidente Mario Falconi pur portando vicinanza ai gestori del Nalu Pokè di Pietro Rosa, non menziona mai un problema di criminalità e mancanza di sicurezza sul territorio.

Come se tutto ciò fosse normale, dal mini-market oggetto di razzie o le ragazze molestate sulla spiaggia libera, come l’azione incontrastata di certe baby-gang sul territorio. Eppure da tale scenario, anche il sindaco Gualtieri mostra un certo distacco. Oltre a portare vicinanza alle vittime del negozio incendiato, il Primo Cittadino di Roma sembra più concentrato a preparare la campagna elettorale del Partito Democratico per le elezioni del 25 settembre, piuttosto che mandare un messaggio dove attacca la criminalità del Litorale Romano.

Questione di stile. Ma intanto i cittadini hanno paura.

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