Elezioni 25 Settembre, il ruolo chiave lo giocano gli indecisi

Roma – Nonostante ancora non ci siano ufficialità sulle liste per le candidature alle prossime elezioni del 25 settembre, già i partiti cercano di parlare a quella fetta di elettorato fantasma: gli indecisi.

Gli indecisi, che di solito vanno poi alla fine a rimpolpare le fila all’interno del “partito degli astenuti”, secondo i sondaggi oggi si attestano intorno al 40% degli aventi diritti al voto in Italia. Insomma, un’enorme fetta elettorale che oggi non sa a chi dare il proprio voto e automaticamente la propria fiducia per le sorti del Paese.

GLI INDECISI E LA TELENOVELA DELLA POLITICA ITALIANA

Per provare a comprendere le logiche politiche degli indecisi, oggi serve fare uno sforzo mentale nel vedere il mondo – e quindi la scena istituzionale italiana – attraverso i loro occhi.

Chi inneggia all’indecisione o addirittura all’astensione, lo fa sottolineando un profondo disgusto verso l’attuale classe politica della nostra Nazione. Politici che ricompaiono solo sotto la campagna elettorale, sfornano migliaia di promesse irrealizzabili e alla fine spariscono – e smettono di rispondere al telefono – una volta eletti.

La classica storia di politica all’italiana, che oggi s’impreziosisce anche di episodi degni di una telenovela. Politici come Carlo Calenda, che un giorno ufficializzano una coalizione col Partito Democratico, per poi ritrattare tutto a distanza di poche ore. Luigi Di Maio ormai pronto a barattare i propri parenti, pur di essere riconfermato in Parlamento e non tornare a vivere un’esistenza anonima nei pressi dello stadio Maradona di Napoli. Enrico Letta che sogna “coalizioni Frankenstein” con tutti e il loro contrario pur di battere Giorgia Meloni, salvo poi aprire gli occhi sull’inaffidabilità di certi alleati troppo bramosi di avere un Ministero di peso nel prossimo Governo. Monica Cirinnà che richiede pubblicamente indietro i 24.000 euro trovati nella cuccia del suo cane, in una cifra che ancora oggi la senatrice – così come il marito Esterino Montino, Sindaco di Fiumicino – non ha adeguatamente giustificato alla Giustizia italiana.

In un paiolo già colmo di ogni situazione e la sua contraddizione, mettiamoci anche degli eventi degni di nota che creano scontento – e paura – all’elettore italiano: la guerra in Ucraina; le tensioni serbo-kosovare; la possibilità di un governo Draghi II; lo stato della disoccupazione in Italia; l’ombra del Covid-19; l’immigrazione incontrollata e lo stato del lavoro.

Tutte questioni che spingono – ogni giorno di più – l’elettore medio a non votare, aumentando davanti simili episodi la totale delusione verso l’arco istituzionale italiano.

LA SINISTRA DEFINISCE “IDIOTI” GLI INDECISI

Come la volpe che definiva “acerba” l’uva a cui non arrivava, così il Partito Democratico definisce “idioti” tutti quei cittadini che non lo votano o che addirittura non sfrutteranno il proprio diritto di voto alle prossime elezioni.

Una strategia elettorale fallimentare, considerato come si preferisce tenere un profilo di “superiorità morale” ingiustificato, piuttosto che tornare a parlare alla cittadinanza, riavvicinare i cittadini alla politica e magari stendere un progetto politico per migliorare la vivibilità delle città.

Dopotutto, l’episodio denota benissimo una condizione che tocca il Partito Democratico e tutti i suoi alleti. Morta la vena comunista di “partito accanto ai lavoratori”, oggi vediamo una realtà politica solamente al fianco dei grandi poteri finanziari. Un partito elitario che parla a pochi e che oggi prova a comunicare col popolo sfruttando solo l’argomentazione dell’Antifascismo militante, oltretutto in maniera totalmente anacronistica.

L’OCCASIONE E’ DESTRA

Un 40% di astenuti o indecisi, è una fetta considerevole cui il Centrodestra non può rimanere impassibile. Anzi, la Destra guidata da Giorgia Meloni.

Serve anzitutto comprendere le ragioni dell’astensionismo (forse riassunte bene in questo scritto), percorrendo un nuovo modo di far politica. Si riparta dal cittadino, i rappresentanti locali, le sezioni di quartiere. Basta politici calati dall’alto, ai più sconosciuti e messi nei seggi migliori per essere eletti in Parlamento.

Oggi la politica deve tornare a parlare di IVA al 22%, di come una colazione al bar costa in media 3 euro (contro gli 1,50 del 2016) o di come le tasse stiano stroncando lavoratori e piccole imprese. Se tale strada verrà percorsa, o meglio la politica tornerà a toccare la vita reale della persona uscendo fuori dal Palazzo, sicuramente il popolo ricompenserà le attenzioni.

L’occasione è ghiotta: serve cambiare!

 

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