Crimes of the Future, Cronenberg critica il futuro utopico dell’Umanità

Roma – Nel suo nuovo capolavoro “Crimes of the Future”, David Cronenberg decide di entrare a gamba tesa su quello che sarà il destino dell’umanità. In un futuro dalle tinte cyberpunk, lo sviluppo tecnologico ci porterà a debellare le malattie e il senso del dolore, trasformare la chirurgia in una forma d’arte o di erotismo, le condizioni ambientali verso una nuova evoluzione dell’essere umano.

Ci parla di tutto ciò, in un viaggio che riprende appieno la sua arte. Scenari utopistici, uniti a scene dure ma che non creano scandalo o fastidio nello spettatore.

LA TRAMA – Il film inizia sul primo piano di un bambino, scoperto dalla mamma a mangiare con voracità un secchio di plastica. Spaventata da una simile situazione, la madre decide di ucciderlo nel sonno, successivamente rinnegando il bimbo – che rinomina “quell’essere” – e chiamando l’ex marito per venire a ritirare il cadavere del giovane.

Il padre del giovane si scopre essere membro di una setta, dove gli adepti si sono fatti installare nuovi organi per mangiare la plastica. Installazioni che posso essere trasmesse in eredità alla propria prole, compiendo di fatto un’effettiva evoluzione del genere umano. Il bimbo morto sembrerebbe il primo caso mondiale di evoluzione dell’uomo, con il padre che vuole annunciare questa notizia al mondo.

Nel tentativo di far compiere un’autopsia sul corpo del proprio figlio senza essere arrestato, il padre si affida alla coppia di artisti composta da Saul Tenser (Viggo Mortensen de “Il signore degli anelli”) e la compagna Caprice (Léa Seydoux della saga “007”). Saul ha la capacità di generare nuovi organi all’interno del corpo, mettendo in scena esibizioni artistiche dove si fa poi rimuovere queste nuove presenze dalla sua partner – ex chirurga traumatologica – grazie a una macchina ipertecnologica. Eventi che hanno dato un amplio seguito alla coppia, spingendo così il padre del bimbo a contattarli per fargli analizzare il corpo del proprio figlio

Dopo vari tentennamenti, Saul decide di creare uno spettacolo artistico attorno all’autopsia del ragazzino: quale verità sconvolgerà l’umanità?

LA CRITICA AL FUTURO – Lo sviluppo tecnologico può considerarsi un sinonimo di benessere? Vedendo le riflessioni poste da David Cronenberg, potremmo intuire come non sia così.

Con la scomparsa delle malattie, le influenze e soprattutto del dolore, l’uomo ha anzitutto perso la concezione di una parte delle proprie emozioni. La costruzione di una vita più grigia, dove ormai non fa più scandalo nulla. Neanche uno spettacolo attorno all’autopsia di una bambino.

In una dimensione simile, si perde anche la sofferenza per amore. Basti immaginare come il rapporto sessuale è considerato come una cosa antiquata e non conosciuta alle persone di quell’epoca, sostituito invece dalla concezione de “la chirurgia è sesso”. Le perversioni diventano il farsi aprire il corpo con un bisturi: che sia lo stomaco, piuttosto che farsi sfigurare il viso solo per divertimento.

Addirittura, l’epoca volge a un confine sui canoni di bellezza. Non conta quasi più nulla l’estetica della persona, ma si tiene conto della propria bellezza interiore. Non una valutazione della purezza dell’anima o la coscienza della persona, ma bensì di quanto siano belle le viscere all’interno del proprio corpo (visibili attraverso delle speciali cerniere installate all’altezza dello stomaco).

AMBIENTALISMO ED EVOLUZIONE UMANA: DOVE ANDREMO A FINIRE? – Il futuro immaginato da Cronenberg, eredita i nostri attuali problemi storici: l’inquinamento ambientale e la presenza massiccia della plastica. Davanti a uno sviluppo tecnologico che ancora non riesce a dare soluzioni davanti a tali problematiche, ecco che entra in gioco l’evoluzione umana.

Gruppi di persone dalla forte sensibilità ambientale, cominciano a modificare il proprio corpo con organi artificiali in grado di digerire la plastica. Corpi modificati, che tendono a lasciare una propria traccia anche nell’eredità genetica dei propri figli, mettendo in atto una vera e propria evoluzione del genere umano.

Ma come percepisce tutto ciò l’umanità? Se oggi abbiamo il problema del razzismo, lì è ancora presente la diffidenza verso il diverso. Superati gli steccati legati al colore della pelle, in quel frangente si ha paura della persona con doti diverse dal comune: in questo caso chi ha nuovi organi nel corpo, che col tempo possono portare a organismi più forti ed evoluti.  In tutto ciò, l’uomo comune non vede la bontà di quelle persone che mangiano plastica, nonostante diano un importante aiuto all’ambiente e soprattutto all’umanità: ne concepiscono solo una presenza minacciosa, che mina la propria esistenza e li può portare all’estinzione.

LIBERO ARBITRIO ED EVOLUZIONE UMANA – Il film nella propria complessità, trova anche il tempo di lasciarci numerose riflessioni filosofiche. In primis, la domanda: l’uomo deve farsi spettatore dell’evoluzione del genere umano, oppure ostacolarla al fine di non cambiare abitudini?

E’ una domanda che nell’intimo, tormenta Saul Tenser. Da solo, intuisce come la creazione di nuovi organi nel suo corpo non sia frutto di stadi tumorali, ma bensì come un qualcosa di più grande ma di cui non vuole addentarsi in merito. Anzi, ogni nuovo organo lo registra a un particolare Ente addetto a ciò, proprio per mettere la firma su queste nuove parti del corpo che lui definisce delle opere d’arte.

Eppure, i confini della sua arte lo porteranno a voler capire la funzionalità di questi organi. Ad accettare di affrontare un percorso per comprendere la sua vera natura. In un simile scenario, si scontrano due dinamiche: da una parte la volontà anarchica di chi vuole creare arte dal nulla e avere un pieno dominio del proprio corpo; dall’altra chi accetta il disegno del destino, deponendo quel libero arbitrio fatto di arte ed eccentricità per cercare il “vero io”.

VOTO ALLA PELLICOLA: ⭐⭐⭐⭐ 1/2

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Focus!

Potrebbero anche interessarti: