Bullet Train, l’immenso omaggio a Jackie Chan da parte del cinema hollywoodiano

Roma – Vedere “Bullet Train”, riporta la testa – almeno in un appassionato di action movie orientali – ai film di Jackie Chan. Ogni scena omaggia il leggendario attore e artista marziale hongkonghese, rimettendo sul grande schermo – secondo i canoni americani – le sue classiche mosse di combattimento e gli esilaranti sketch delle sue pellicole più celebri.

Se va trovato un neo alla pellicola, forse è quello di non essere riuscita a portare Chan in scena nemmeno per un piccolo cameo. Eppure, in Bullet Train sono numerose le ispirazioni colte dai lavori del celebre attore di Hong Kong: in primis la serie di “Rush Hour” (soprattutto il capitolo del Drago Rosso) e il videogioco dedicato all’attore, “Jackie Chan Stuntmaster”.

TRAMA DEL FILM

Hiroyuki Sanada in Bullet Train

In una Tokyo dalle atmosfere futuriste e dalla tonalità cyberpunk, il ladro Ladybug (interpretato da Brad Pitt) deve recuperare una misteriosa valigetta a bordo di un treno superveloce sulla tratta Tokyo-Kyoto.

Quello che non sa il protagonista però è che, come lui, ci sono altri 10 sicari alla ricerca della stessa valigia, con questi killer pronti a uccidere chiunque si metta sulla loro strada.

Ne nasce un intrigante action movie, che al suo interno fa trovare spazio a volti del cinema come Bad Bunny (il sicario messicano The Wolf), Joey King (la misteriosa ragazza di nome Prince), Aaron Taylor-Johnson e Brian Tyree Henry (nel ruolo dei Gemelli), Andrew Koji (un papà disperato col nome di Yuichi Kimura) e Hiroyuki Sanada, quest’ultimo un anziano guerriero samurai e padre di Yuichi.

Il film prende spunto dall’opera nipponica “Maria Bītoru” (in italiano “I sette killer dello Shinkansen“), scritto nel 2010 dall’autore giapponese Kōtarō Isaka.

OPINIONI SULLA PELLICOLA

Brad Pitt e Bad Bunny in Bullet Train

Per chi cresce con gli action movie orientali, questo film può far solo che divertire. Alle spalle c’è una bella storia, che tende a intrigarsi e donare colpi di scena col passare dei minuti.

Non delude nemmeno la prestazione attoriale di Brad Pitt, in un film anomalo per le sue corde. Eppure è lì a divertirsi e far divertire, muoversi per far da collante con tutti i personaggi tra scene di lotta e gang sulle orme del buon vecchio Chan. Per un attore che sembrava prossimo al ritiro alla soglia dei 59 anni, ha dimostrato come ancora ci sia la voglia di sperimentare e soprattutto guardare a quel modo di fare cinema orientale (come in “Once Upon a Time in Hollywood”, dove nella parte di Cliff Booth mise in scena una surreale scazzottata con Bruce Lee negli studi cinematografici di Hollywood).

Un film che non sarà da premi cinematografici, ma pienamente promosso per far divertire il pubblico in sala.

VOTO PELLICOLA
⭐⭐⭐⭐

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