Autovelox presenti nella Galleria Giovanni XXIII di Roma

Autovelox a Roma, il cartello del “controllo elettronico” non ferma gli incivili. Cittadini: “Così non si garantisce la sicurezza stradale”

I cittadini evidenziano l’inutilità degli autovelox a Roma: “Sfrecciano sul Lungotevere, poi rallentano sotto i cartelli della Galleria Giovanni XXIII”

Dopo la bagarre su Fiumicino con l’autovelox, il dibattito sul sistema dei controlli elettronici ora raggiunge anche Roma. I residenti si sono resi conto come le contromisure volute da Governo e il Comune, oggi sono facilmente aggirabili dai guidatori “scalmanati” e soprattutto i pirati della strada. Ormai si sfreccia su qualunque strada della Capitale, con gli automobilisti che solleverebbero il piede dall’acceleratore solo in prossimità dei cartelli che indicano un “autovelox a sorpresa”.

L’attuale sistema non garantisce la sicurezza stradale a Roma

Dopo la morte del poliziotto Amar Kudin, il Campidoglio viene nuovamente catapultato su una riflessione legata ai parametri della sicurezza stradale a Roma. Gli incedenti continuano ad avvenire a rotta di collo, con gli ultimi gravi episodi che hanno toccato le zone di Torrevecchia e Ostia. Se l’autovelox a sorpresa ha creato un dibattito parlamentare e giuridico sulla legittimità dell’iniziativa, è evidente d’altro canto che le attuali manovre regolamentari non stanno aiutando a incrementare la sicurezza per le strade capitoline e oltretutto a farle percepire sicure alla cittadinanza.

La situazione paradossale sul Lungotevere

In una vicenda che riprende Roma Fa Schifo sulle proprie pagine, l’esempio del Centro Storico sembrerebbe evidenziare la fallacità delle attuali norme in vigore nel territorio capitolino e in Italia. Oggi molti motorizzati sfreccerebbero con auto e moto sul Lungotevere, rischiando di mettere a repentaglio la loro incolumità e quella degli altri cittadini al volante. Il piede dall’acceleratore lo leverebbero solamente in prossimità della Galleria Giovanni XXIII, dove oggi compare un cartello a 50 metri dall’imbocco che indica la presenza dell’autovelox: poche parole che, come per magia, fanno sollevare a tutti il piede dall’acceleratore, facendo risparmiare multe salatissime e soprattutto la decurtazione di preziosi punti sulla patente.

Come si risolve il problema attorno agli autovelox a Roma?

Se dovessimo suggerire un consiglio al sindaco Roberto Gualtieri, probabilmente cominceremo a mappargli le strade più pericolose della Capitale: qui c’è la necessità di autovelox, magari con sistemi di monitoraggio ogni 2 chilometri e una modalità che disincentivi l’alta velocità su quelle strade e i sorpassi spericolati. Dopotutto, alcune strade della Capitale dimostrano come servirebbe percorrerle a 30 km/h al massimo, tra profondi dissesti e attraversamenti pedonali frequenti. L’esempio lampante lo troviamo a Ostia, dove via Tancredi Chiaraluce e via dell’Appagliatore necessiterebbero di un simile intervento urbanistico.

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