Operai comunali abbattono un albero a Roma; Fabrizio Santori critica il piano del Comune per 35mila tagli

Verde a Roma, Santori (Lega): “Il jolly dei 35mila alberi è un alibi per le motoseghe”

Fabrizio Santori (Lega) denuncia la “sceneggiata biennale” del presunto piano da 35mila abbattimenti a Roma: «alibi per tagli su larga scala senza trasparenza». Le segnalazioni di interventi tra maggio e settembre 2025 non mancano, con decine di alberi abbattuti e domande sull’efficacia delle ripiantumazioni.

Santori smonta il “numero magico” dei 35mila alberi da abbattere a Roma

«Ogni due anni si rispolvera il numero magico dei 35mila alberi da abbattere», accusa Fabrizio Santori, capogruppo della Lega al Consiglio Comunale di Roma, affermando che quell’obiettivo avrebbe funzionato come un “jolly” per giustificare operazioni su vasta scala con scarsa trasparenza. Secondo Santori, dietro all’emergenza verde si cela un alibi per aprire il varco alle motoseghe: «un allarme costruito ad arte, strumento per ottenere via libera a interventi spesso opachi, basati su dati non verificabili e finalità nebulose».

Le contestazioni sul bilancio arboreo e le ripiantumazioni fallite

Santori punta il dito anche contro la mancata trasparenza: l’assessore Sabrina Alfonsi, sostiene, da oltre diciotto mesi negherebbe alle associazioni l’accesso agli atti relativi al bilancio arboreo aggiornato. In Commissione Ambiente, secondo il leghista, «si sparano numeri a caso, ben distanti dai documenti ufficiali». E sulla ripiantumazione? «È un disastro ambientale», aggiunge Santori: «a Roma muore in media almeno il 60 % degli alberelli messi a dimora, perché abbandonati senza cure, trasformando le compensazioni in un’immensa operazione di facciata». Non basta piantare: ci vuole manutenzione, selezione di specie adeguate, monitoraggio.

Abbattimenti contestati a Roma: casi tra maggio e settembre 2025

Viale Europa, Monteverde e nidificazione in corso

Nel maggio 2025 sono stati segnalati abbattimenti e potature lungo Viale Europa, all’EUR e tra Monteverde, anche in periodi in cui sono in corso nidificazioni — una scelta che suscita proteste da parte dei comitati cittadini e associazioni ecologiste. Il Gruppo d’Intervento Giuridico ha avanzato istanze formali di accesso civico per bloccare i tagli, denunciando la distruzione di nidi e uccelli.

Viale dei Quattro Venti: vincoli culturali e nota del Ministero

A maggio 2025 la Soprintendenza ha contestato il Comune per aver proceduto al taglio di olmi nel Viale dei Quattro Venti senza autorizzazione, nonostante l’area sia soggetta a vincolo culturale. Il Ministero della Cultura ha informato la Procura e richiesto relazione, piano di ripristino e documentazione tecnica (VTA, planimetrie, progetti arborei).

Altri interventi urgenti: giugno, luglio e agosto secondo gli avvisi comunali

Il Comune di Roma ha emesso avvisi pubblici relativi ad abbattimenti a carattere d’urgenza (es. per piante morte in piedi o a rischio schianto). Un annuncio del 24 giugno 2025 citava motivazioni di pubblica incolumità.  In luglio, il Comune ha stabilito interventi a partire dal 7 luglio per piante di classe ritenute abbattibili. E nell’agosto 2025, un altro avviso segnala abbattimenti da realizzare «dal 07/08/2025 a termine dei lavori».

Da notare: il Regolamento del Verde di Roma stabilisce che gli alberi abbattuti devono essere sostituiti entro un anno.

Le domande che Santori (e i cittadini di Roma) pongono

Se il “programma 35mila” è un jolly, quali interventi lo attivano?
Chi decide che un albero è pericoloso? Con quali criteri e con quali controlli terzi?
Perché non rendere pubblici gli atti del bilancio arboreo?
Esiste una reale differenza tra l’albero abbattuto e l’albero che poteva essere curato?
E soprattutto: queste operazioni incentivano la filiera del taglio, lo smaltimento e le biomasse — un’economia che gira sulla deforestazione urbana.

Trasparenza, cura o “economia del taglio”?

La denuncia di Santori — che smonta con accenti duri il mito dei 35mila abbattimenti — offre uno specchio inquietante della gestione del verde capitolino. Il rischio è che Roma perda alberi storici senza che la cittadinanza sappia che fine faranno le motoseghe, chi lucrerà sul taglio, chi controllerà i numeri. Se nulla cambia — accesso agli atti, monitoraggio indipendente, manutenzione reale e partecipazione civica — quel piano continuerà a essere un’arma politica al servizio del cemento e dell’emergenza permanente.

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