Frame del cortometraggio "Periferia Ideale"

Periferia Ideale, Fabrizi: “Un progetto cinematografico con gli studenti per raccontare un’altra Ostia”

Intervista al regista e produttore di Ostia, Riccardo Fabrizi: ci parla del cortometraggio “Periferia Ideale” e il documentario “Labriola Rock Experience”.

Riccardo Fabrizi
Il regista Riccardo Fabrizi racconta il progetto “Periferia Ideale” – Ilmarforio.it

Per il Marforio, abbiamo il piacere d’intervistare oggi il regista e produttore cinematografico Riccardo Fabrizi. Avremo modo di parlare con lui di un recente progetto che ha portato nelle scuole di Roma, in primis poi con il liceo Antonio Labriola come capofila, legato a sviluppo di un progetto cinematografico con la realizzazione del cortometraggio “Periferia Ideale” e il documentario “Labriola Rock Experience”.

Riccardo Fabrizi racconta il progetto di Periferia Ideale

Signor Fabrizi, anzitutto grazie per averci concesso questa intervista. Com’è nata l’idea di sviluppare un progetto cinematografico all’interno delle scuole?

Il progetto nasce grazie al bando per il Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola, promosso dal Ministero dell’Istruzione e il Ministero della Cultura. Ho trovato l’opportunità di portare il cinema in una scuola di Ostia, che era un mio vecchio sogno di quando ero studente. Un modo per raccontare ai ragazzi una professione, soprattutto in un territorio lidense che ha dato tanto al mondo cinematografico e ha visto grandi registi girare qui (Fellini e Pasolini tra tutti). Ho voluto portare la professione all’interno della scuola, permettendo ai ragazzi di raccontare questa località: Ostia che non è più il territorio degli Anni Cinquanta o Sessanta, e tantomeno una zona trascurata. All’interno di questa esperienza ho voluto dimostrare che si può fare cinema anche girando con uno smartphone. Che il cinema non è solo la piattaforma di Netflix e i video non sono solo i reels che girano su Instagram o TikTok. Per Periferia Ideale mi sono ispirato a Leonardo Da Vinci, mettendo Labriola come capofila grazie alla collaborazione della dirigente scolastica prof.ssa Margherita Rauccio. Anche un grazie a Mary Di Tommaso, che è stata un tutor per i ragazzi e li ha saputi condurre in quest’affascinante esperienza. Labriola ha accettato per le sue sezioni STEAM, ovvero la propensione all’innovazione tecnologica: abbiamo deciso così di mettere in piedi un cortometraggio d’animazione dal titolo PERIFERIA IDEALE, in un’esperienza che è stata bellissima.

Il lavoro nelle scuole per Periferia Ideale

Come ti sei trovato a fare cinema con gli studenti?

Oggi il progetto è finito e mi sento di dire che è andato bene. Da questa esperienza ho capito che il cinema, però non può essere una materia da insegnare: s’insegna la storia di questo mondo, ma io non faccio questo. Io ho dato una visione progettuale di questa esperienza: ho supervisionato la scrittura della sceneggiatura e ho messo le scuole in condizione di occupare i vari reparti di questo cortometraggio. C’era chi pensava all’animazione, chi la disposizione degli ambienti quindi la scenografia, chi faceva ricerche iconografiche per la fotografia e per i costumi, chi ha composto la musica. All’inizio non sapevo come sarebbe potuto venire fuori questo progetto, soprattutto vedendo il range di età che ha partecipato a questo lavoro: ragazzi che vanno dagli 11 ai 18 anni. Da professionista, sento di aver condiviso con questi studenti tutto quello che potevo e non mi sono risparmiato su nulla. Siamo riusciti anche a girare “Labriola Rock Experience”, che non era previsto ed è nato in itinere per la propensione artistica di questi giovani. Nonostante qualche difficoltà con il mondo scolastico, che ha dovuto conoscere il mondo del cinema e i suoi tempi, oggi il cortometraggio PERIFERIA IDEALE è stato selezionato al Moscerine Film Festival dove il 4 maggio sarà presentato al Nuovo Cinema Aquila di Roma.

Fare cinema all’interno delle scuole italiane

Le scuole sono oggi orientate prevalentemente a completare i programmi scolastici, sempre più approfonditi e con immense tematiche da affrontare in poco tempo. In quest’ambiente, c’è tempo di fare cinema nelle scuole italiane?

Il tempo è stringente nelle scuole italiane, ma con un costante dialogo con i docenti e una programmazione condivisa si può portare il cinema, al pari di ogni altra arte, in questo contesto. Da professionista, ho capito che progettare per la scuola impone un’azione condivisa tra i dirigenti scolastici e i referenti esterni, in una scrittura del progetto che dev’essere pienamente condivisa anche con gli insegnanti. Bisogna lavorare per progetti che diventino organici nella scuola, senza che si blocchino negli ingranaggi che regolano questo sistema dell’istruzione.

In “Periferia Ideale”, che messaggio hai voluto inviare al pubblico con gli studenti?

C’è una lezione di vita qui: abbiamo messo i ragazzi davanti a un ipotetico futuro professionale nel campo cinematografico o addirittura dell’arte, attraverso l’uso della creatività individuale. I ragazzi sono riusciti a fare un grande lavoro in questo progetto, perché hanno scritto una storia toccante e d’inclusione pur lavorandoci in 60 ragazzi: nel cinema solitamente le storie si scrivono con 3-4 persone massimo. C’è stato uno script di diverse visioni per raccontare la periferia, ma non come narrata dai mezzi di comunicazione: raccontare la zona che vivono, mettendo come palco della storia un normalissimo condominio di Ostia. La periferia diventa il luogo ideale per sviluppare un progetto cinematografico e anche dove vivere delle situazioni positive.

Sviluppare il senso artistico negli studenti

Questo lavoro com’è stato accolto dagli insegnanti con cui hai collaborato?

Ogni scuola è come un microcosmo, qui hanno lavorato addirittura cinque strutture: siamo riusciti a dimostrare come questo progetto cinematografico non fosse una perdita di tempo, ma un modo per far esprimere i ragazzi. Molti professori ci hanno aiutato attivamente in questa esperienza, traendo anche delle valutazioni nelle loro materie grazie a questo laboratorio creativo. Altri abbiamo dovuto accompagnarli all’interno di questa iniziativa, ben consapevoli che forse per la prima volta si avvicinavano a una simile esperienza e dovevano comprendere questo strano mondo che gli era stato messo davanti.

A fronte di questa esperienza, quant’è importante l’arte nella vita di uno studente?

E’ importantissima, anche per imparare a esprimersi e soprattutto essere in armonia con se stessi. Oggi nelle classi scolastiche ci sono tante priorità, ma noi dobbiamo favorire anche la capacità di trasmettere emozioni ed emozionarsi ai nostri giovani. Dobbiamo insegnare l’ascolto, che non è una perdita di tempo e soprattutto più importante di firmare contratti lavorativi in futuro. Per fare ciò, dobbiamo trovare una disponibilità anche nelle scuole: queste attività richiedono un po’ di tempo. Sento tanti adulti dire oggi: “Da ragazzo avrei voluto fare l’attore o il musicista, ma i miei genitori hanno deciso altro”. Nel mio piccolo, ho provato a dimostrare con questo progetto che la possibilità per sviluppare delle doti artistiche esiste e può far cambiare idea alle famiglie che la vedono come una perdita di tempo.

Periferia Ideale: un altro modo di raccontare Ostia con il cinema

Hai scelto di lavorare con una scuola di Ostia e hai fatto svolgere la storia qui, in un territorio troppe volte legato dai media alla criminalità organizzata. L’arte e il cinema possono raccontare un’altra faccia di questo territorio?

I film o le narrazioni possono scrivere una nomea di un territorio, in qualcosa che poi diventa oggettivamente complesso cancellare. Il cinema, al pari dell’arte, ha il potere di raccontare un’altra faccia di un territorio e in questo caso di Ostia. Si è creato un approccio sbagliato a parlare di questo territorio, anche per le produzioni avvenute negli ultimi 15 anni qui. Eppure possiamo raccontare una storia diversa qui: io stesso vorrei girare qui un film per gli scorci che offre questa località, le sue luci, i palazzi liberty, le particolari architetture o i viali unici. Vorrei raccontare un posto dove sono cresciuto, non il degrado di cui continuamente si parla quando tiriamo fuori il tema Ostia. In un contesto drammaturgico, credo si possa raccontare una grande storia.

Labriola Rock Experience
Riccardo Fabrizi ha prodotto il cortometraggio “Periferia Ideale” e il documentario sul laboratorio “Labriola Rock Experience”

Il laboratorio “Labriola Rock Experience”

Durante “Periferia Ideale”, hai fatto nascere il documentario sulla rock band del liceo Labriola: “Labriola Rock Experience”. Cosa ti ha spinto a dedicarci un lavoro e cosa ti ha colpito di questi giovani artisti?

Il progetto musicale della “Labriola Rock Experience” già esisteva prima del documentario, guidato dal prof. Francesco Francardi. Ha avuto la capacità di riunire un gruppo di studenti in un progetto musicale, dove ogni ragazzo aveva un ruolo: chi cantava, suonava, svolgeva il ruolo da manager, curava i costumi o la fotografia. Ha ricostruito quello che è il lavoro dietro un artista musicale e soprattutto una band rock, riuscendo a riprodurre tutto dentro una scuola. Noi nel nostro progetto avevamo delle ore da dedicare a tutta la scuola, quindi abbiamo deciso di coinvolgere anche questo laboratorio. Abbiamo portato un po’ del nostro mondo televisivo, insegnandogli a fare delle interviste per il concerto finale, le inquadrature cinematografiche: materiale che abbiamo sempre ripreso e che poi abbiamo visto che era abbondante per creare un documentario su questa storia. Un’iniziativa molto voluta da Mary Di Tommaso, che si è sentita subito coinvolta in questa esperienza essendo una cantante professionista. Con la collaborazione della scuola, grazie all’appoggio del prof. Francardi e la preside Rauccio, siamo riusciti a convergere i due progetti per un altro lavoro cinematografico, ovvero il documentario sul laboratorio di rock della Labriola. Ho deciso di produrlo personalmente con AdelanteProduzioni SRL, proprio perché era un progetto nato in maniera naturale e istintiva, ma soprattutto raccontava una storia positiva. Ho voluto raccontare il loro primo concerto: poi saranno loro a decidere se vorranno continuare su questo binario artistico o vedere altro.

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