Ostiamare, i tifosi contestano Repubblica e l’assessore Onorato

Proseguono le tensioni tra la tifoseria dell’Ostiamare e il Comune di Roma, successive alla chiusura della tribuna nel campo casalingo dello stadio Anco Marzio. A inasprire ulteriormente la faccenda un documento pubblicato dalla testata giornalistica “Il Corriere della Città”, che scoperchia il vaso di Pandora sulla presunta truffa ai danni di Roberto Di Paolo (nuovo Presidente della società calcistica lidense), gli atteggiamenti ambigui dello scorsa presidenza sotto Luigi Lardone e le oggettive responsabilità degli uffici del Campidoglio.

Si può considerare naufragata l’azione politica dell’assessore Alessandro Onorato, che sulla questione Ostiamare voleva aprire uno spot elettorale sulla legalità per il Centrosinistra. Una condizione che di legale aveva ben poco, considerati i documenti falsi e soprattutto dei comunicati stampa al limite del fantascientifico. Oggi, l’attuale Assessore allo Sport di Roma evita di chiarire importanti domande sulla vicenda: “Perché lo stadio dell’Ostiamare gioca oltre un anno e mezzo senza il pubblico spettacolo – risultato falso – e nessuno dice nulla?”; “Perché ora che è cambiata la presidenza dell’Ostiamare, parte una gogna mediatica contro la società calcistica e nessuno tira in ballo la scorsa gestione, peraltro vera responsabile del problema stadio?”.

Onorato ha provato a far passare la propria linea di pseudo-legalità attraverso l’aiuto di testate amiche, in primis La Repubblica ed emittenti locali del territorio romano. Paradossalmente alla deontologia professionale del giornalista, questi giornali e telegiornali – e firme interne – si sono fidati solamente della linea dell’Assessore capitolino, senza appurare se ci fosse verità o meno intorno alle sue parole. Per esempio, è risultata una totale bufala la presunta questione legata alle minacce. Infatti, Onorato avrebbe fatto un collage digitale tramite Paint di alcuni post dove lo si criticava, costruendo ad arte delle presunte minacce. La cosa gravissima e su cui tutti tacciono, è come l’Assessore abbia buttato nel tritacarne mediatico di Facebook e Instagram un privato cittadino originario di Ostia e oggi lavoratore all’estero, arrivando addirittura a pubblicare la sua foto e additarlo come un “facinoroso tifoso dell’Ostiamare”. Praticamente, infangando e denigrando la dignità e l’onorabilità di quella persona.

Come se la farsa non fosse finita e la pseudo-battaglia sulla legalità non facesse acqua dappertutto, ci pensa La Repubblica ad assestare il colpo di grazia sulla propria credibilità giornalistica (ormai già persa da anni). Una giovane firma del giornale, pochi giorni fa decide di titolare così un proprio pezzo: “‘Ti veniamo a prendere sotto casa’. Ultrà dell’Ostiamare contro Onorato”. Anche questo un pezzo fasullo, non veritiero e offensivo verso il territorio di Ostia, che per l’ennesima volta si prova a far passare mediaticamente come territorio di malavita e violenza. Eppure i fatti, come ci raccontano i documenti federali e comunali, sono altri: una presunta truffa ai danni dell’attuale Presidente dell’Ostiamare e delle documentazioni falsate in seno a Roma Capitale… ma su questo, La Repubblica evita di scriverci un servizio, al pari di alcune emittenti romane amiche del Partito Democratico.

Non c’è allora da meravigliarsi se gli Ultras dell’Ostiamare ieri a Ladispoli – dove giocava la squadra – hanno contestato apertamente le politiche di Alessandro Onorato e poi, nella notte, attaccato uno striscione alla sede del X Municipio, dove scrivevano: “‘La Repubblica’ delle Menzogne”.

 

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