Sergio Mattarella, pressato dal discorso Presidenzialismo, spiega il ruolo che il Presidente della Repubblica dovrebbe svolgere in Italia.
Sergio Mattarella promulga le leggi. Indipendentemente se sia d’accordo o meno. Rispetta le decisioni delle Camere, anche se in cuor suo delle proposte non le ritiene utili per il Paese. Decide di essere arbitro della vita politica italiana, come per l’appunto un Presidente della Repubblica dovrebbe essere a prescindere. Quello che dovrebbe essere la base del Diritto Costituzionale in Italia, da noi si rivela la piacevole eccezione in confronto agli ex Presidenti.
Mattarella spiega il Diritto Pubblico
Mattarella, con una dichiarazione tanto intelligente quanto costruttiva e semplice, ribadisce quello che dovrebbe essere ovvio. Ma ovvio non lo è, se ricordiamo come determinati Presidenti della Repubblica sono stati artefici di veri e propri “colpi di Stato” a discapito della volontà popolare e soprattutto le maggioranze parlamentari che si sono susseguite negli ultimi anni. Sono stati pedine per far cadere Governi, bloccare leggi partorite dalla maggioranza parlamentare e forti sostenitori dei Governi Tecnici in Italia, per aprire un fronte d’ingovernabilità politica che ci ha asfissiato fino a pochi anni fa.
La critica al ruolo del Presidente della Repubblica
Le dichiarazioni di Sergio Mattarella sono importanti, soprattutto perché sono una profonda critica al predecessore dentro il Quirinale: il defunto presidente Giorgio Napolitano, che certi ambienti della politica radicale ribattezzarono come “Re Giorgio” per la capacità di monopolizzare il palco politico e i centri di potere del Paese, tutti in virtù d’interessi personali o legati ai competitors stranieri dell’Unione Europea.
La lezione di Diritto Pubblico all’Italia
Mai più di oggi era necessario ribadire le basi del Diritto Pubblico, spesso sconosciute ai cittadini ma anche a tanti parlamentari che dovrebbero scrivere leggi e operare sul sistema Paese. Voglio pensare in una presa di coscienza di Mattarella, con un politico 82enne che vede, anzitutto con gli occhi dell’esperienza, i danni compiuti dalla politica di palazzo, la tecnocrazia e i giochi istituzionali messi in atto nelle grandi camere di via del Corso.
Lo scenario politico in cui arrivano le dichiarazioni del Presidente della Repubblica
Voglio anche pensare che, nelle parole di Mattarella, non ci sia una resa del pensiero democristiano, ovvero dell’élite che guida il popolo e finisce per affamarlo. Voglio pensare al Presidente della Repubblica come una persona libera e scevra da interessi, quindi non costretta a determinate dichiarazioni perché accerchiato da una maggioranza di Centrodestra, dove non c’è il Partito Democratico e soprattutto che spinge compatta verso il Presidenzialismo e quindi la modifica della Carta Costituente.
Voglio vederci, in ultimo, le dichiarazioni di un uomo che non deve difendere il proprio ruolo istituzionale. Di qualcuno che, alle strette, dopo decenni di governo tirannico strizza l’occhio al popolo, semplicemente in chiave per salvare la propria poltrona e un sistema politico che va avanti dal lontano luglio del 1946, con l’esperienza dell’ex presidente Enrico De Nicola. Voglio crederci, ma solo stavolta: per il resto credo convintamente che Mattarella sia tutto ciò che ho scritto.