Il Delicatissimo – Il regalo in anticipo di Babbo Natale: l’assurdità del genderless con Sangiovanni

Caro Babbo Natale,

quest’anno sono stato davvero buono: ho fatto il vaccino, scaricato il Green Pass e mi sono laureato in movimento ondulatorio per far dondolare i carghi della polizia. Pensa che non sono neanche andato a Trieste e ieri sera non ho tirato neanche una bestemmia per il risultato di Bodø/Glimt – Roma. Però caro Babbo Natale, ecco, ti scrivo per dirti che non so davvero cosa chiederti, perché sembra che per me ti sei messo già a lavoro: hai portato per me e per gli altri bambini in dono il bamboccio Sangiovanni. Doveroso chiarimento – anche per chi legge la mia lettera – non una riedizione dei testi dell’evangelista, bensì l’ennesimo prodotto della fabbrica Amici della madama presidenta Maria De Filippi.

Che sorpresa babbino mio, non ne hai idea, vederlo sul red carpet del Roma Film Fest vestito con l’abito Gucci e con la magia di un gonnellone firmato Barrow da Gertrude di manzoniana memoria al posto dei normali pantaloni; per non parlare degli stivali Diesel da piccolo minatore alla Rosso Malpelo (sarà in onore di non so quale classe operaia esistente …). Sai qual è la cosa veramente bella del tuo regalo? Che finalmente qualcuno in Italia guardando Sangiovanni abbia pensato “ma che boiata è ‘sto genderless di cui tutti parlano …”. Ah finalmente! Finalmente vedere qualche genitore che si inorridisce per qualcosa per cui ne valga la pena (altro che Squid Game, perché quello è una manna dal cielo); finalmente vedere bambini che ridono di tale assurdità invece di mettersi in prona ammirazione; ascoltare la voce degli adolescenti che, citando il grande Ruper Sciamenna, commentano “ma questo è un …” e sbuffano all’ennesimo conforme anticonformista; le ragazzine che si stracciavano le vesti che tornano a riascoltare i Backstreet Boys, perché hanno voglia di fantasticare su degli uomini e non sulle loro migliori amiche.

Grazie davvero caro Babbo Natale per questo piccolo miracolo italiano, per cui la gente comincia davvero a provare noia per la mancanza di idoli veri e soprattutto nuovi; ma soprattutto grazie per averla, come dire, risvegliata, tramite la figurina Sangiovanni, dal torpore di accettare ogni follia come una sorta di modernità civile irrinunciabile. Il genderless, almeno quello modaiolo che si svende ai bimbetti, è una cretinata: una banalità che demonizza punti complessi – la dicotomia uomo/donna, il genere, l’omosessualità, gli stereotipi di genere e  varie – dovendo ridurre il tutto appunto a “un gonnellone sì o gonnellone no”. E per una volta, e questo è veramente bello aldilà di ogni facile ironia, vedere noi italiani che sui social non ci lasciamo abbindolare dai giornalai progressisti che vogliono spacciare un fantoccio per un rivoluzionario Freddy Mercury; peggio difendere delle scelte che di “moderno” non hanno nulla, ma di stupido c’è veramente tutto. E chissà se quest’anno, caro vecchietto vestito di rosso con la barba lunga, alla tua porta non arriveranno tantissime letterine di bambini buoni che ti faranno fare l’exploit di cd di Gigi D’Alessio o della solita compilation di Michael Bublé da mettere nelle loro calze di Natale.

Per me, caro Babbo Natale, davvero, niente regali. Per ora mi basta così. Al massimo ti chiedo un buon calciomercato per la Roma a gennaio, perché 6-1 con il Bodø/Glimt, insomma…

 

Tuo,

Il Delicatissimo

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