Roma – Michetti aveva qualche possibilità di vincere? Assolutamente no, specie quando in Italia regna la regola del voto “antifascista” al ballottaggio per arginare tutto ciò che non è Sinistra.

GUALTIERI RINGRAZIA I GRILLINI E CALENDA

Roberto Gualtieri ha potuto contare su più di un aiutino per il ballottaggio, arrivato da quelle liste che sono rimaste fuori da questo turno elettorale. Parliamo del Movimento 5 Stelle e la lista di Carlo Calenda, che per questo “testa a testa” hanno portato quasi 266mila voti in più al candidato democratico. Leggendo i numeri provenienti dagli scrutini, il neo sindaco usciva al primo turno con quasi 300mila voti, contro i quasi 566mila di questo ballottaggio. Nel pratico, l’asse “Azione-penstallati” ha incrementato quasi del doppio il risultato ottenuto da Gualtieri il 3 e 4 ottobre. Insomma, ha vinto nuovamente il blocco antifascista per contenere il Centrodestra alle urne, così da non dargli modo di governare la Città. Anche se era scontato il sostegno dei calendiani (qualche candidato ha organizzato anche cene elettorali con Gualtieri), fa riflettere l’appoggio – oggi palese – del Movimento pentastellato: gli stessi che criticavano aspramente in Consiglio l’operato del Partito Democratico, alla fine hanno deciso di votare i “rivali” democratici pur di far perdere Michetti e i partiti che lo sostenevano.

MICHETTI CHIAMA, IL SUO ELETTORATO RISPONDE

Qualcuno parlava di un popolo di Centrodestra che aveva disertato le urne del ballottaggio, ma non è assolutamente così. Il popolo di Centrodestra ha sostenuto fino all’ultimo il proprio candidato Sindaco, addirittura aumentando i voti in favore del “tribuno romano”. Enrico Michetti al primo turno usciva con quasi 335mila voti, contro i quasi 375mila ottenuti nel ballottaggio. Numeri piccoli, probabilmente provenienti da grillini con simpatie destrose, calendiani che simpatizzano per il Centrodestra e piccole civiche non entrate in Campidoglio ma con orientamenti verso l’area del professore di Diritto Amministrativo.