Il Marforio presenta: “Moonfall”

Recensione del film “Moonfall”, a cura del nostro redattore Stefano Berardo

Se dietro la macchina da presa si cela il nome del regista Roland Emmerich, allora si può star tranquilli che la catastrofe è dietro l’angolo. Dopo averci fatto vivere una nuova era glaciale (“The day after tomorrow”), le invasioni aliene (“Indipendence Day”), la fine del mondo (“2012”) e aver dato origine ad un universo cosmico come quello di “Stargate”, il direttore di macchina nato a Stoccarda stavolta decide di lanciarci addosso il nostro satellite: la Luna.

“Moonfall” è la voglia del regista di tornare a misurarsi con lo spazio. Egli stesso dichiara in un’intervista a margine della presentazione del film che “prima o poi sarei tornato a fare un film dove lo spazio ha una forte componente”. Invece di addentrarsi nei meandri della galassia, scoprendo nuovi mondi e civiltà aliene (rimando a “Stargate”), Emmerich punta verso la Luna. Ma stavolta il satellite terrestre non sarà fonte d’ispirazioni di frasi romantiche per giovani coppie. Celerà un oscuro segreto, che lo porterà molto vicino schiantarsi sul nostro pianeta, scatenando l’estinzione del genere umano.

A guardare la pellicola, non ci si distacca molto dai classici che hanno contraddistinto il regista centro-europeo. Ma andando avanti nella visione, la sceneggiatura subisce una vessazione incredibile, trasformando il film, che fino a quel punto risultava anche scientificamente credibile, nell’ennesima voglia di strafare. Seppur Emmerich sia nato in Germania, la sua crescita nell’establishment hollywoodiano lo ha portato a una conversione dalla quale difficilmente può tornare indietro. “Moonfall” diventa quindi un film senza né capo né coda, spezzando un’atmosfera che lo spettatore aveva incanalato nel corso dei primi novanta minuti di proiezione.

Se la sceneggiatura diventa alla fine un prodotto da scartare, il cast invece fa una buona figura. La strepitosa Halle Berry, Premio Oscar nel 2002 per “Monster’s Ball – L’ombra della vita”, si riaffaccia al mondo della recitazione dopo una pausa di diversi anni (l’ultima volta fu vista in “John Wick 3” nel 2019). Berry dimostra di essere ancora un’attrice con discrete qualità, che trascendono dall’esclusivo punto di vista del fisico. A coadiuvarla ci sono Patrick Wilson, al suo secondo incarico con Emmerich dopo “Midway”, e John Bradley, che il pubblico ricorderà senz’altro per la sua partecipazione in “Games of Thrones”. Ancora, segnaliamo la presenza del giovane attore e modello, classe 1999, Charlie Plummer, visto di recente in “All the money of the world” diretto da Ridley Scott, e due pezzi da novanta come Donald Sutherland – la cui presenza si limita ad una singola ma evocativa scena – e Michael Peña. Tutti insieme, chi più e chi meno, riescono a dimostrare la loro bravura, reggendo sulle loro spalle la pressione di un film che non parte coi favori del pronostico. La performance di alcuni di loro, specialmente la triade principale, vale comunque il prezzo del biglietto. I personaggi a loro addossati, seppur completamente diversi tra loro, funzionano.

Sugli effetti speciali c’è poco da dire. Chi conosce Roland Emmerich, sa che in questo genere di film vedrà intere città distrutte, militari e forze armate a volontà, un fuggi-fuggi che scatena l’homo homini lupus. “Moonfall” su questo fronte è piuttosto ripetitivo e poco originale. Seppur la pellicola viene descritta e mostrata senza l’ausilio di tecnologie fantascientifiche tipiche delle sue opere, Emmerich non potrà fare a meno – anche in questo caso – di esagerare nella sua visione di una possibile umanità futuristica. “Moonfall” si avvale inoltre di consulenze di veri analisti esperti lavoratori presso la Nasa e di una forte coproduzione di stampo italiano. Rai Cinema, IFF e 01 Distribution hanno avuto un forte impatto nella realizzazione dell’ennesima catastrofe targata Roland Emmerich, che potrebbe persino avere un sequel.

Voto pellicola: 2 su 5

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