“L’onore spetta all’Uomo nell’arena. L’Uomo il cui viso è segnato dalla polvere, dal sudore e dal sangue. L’Uomo che lotta con il coraggio, che sbaglia ripetutamente, sapendo che non c’è impresa degna di questo nome che sia priva di errori e mancanze. L’Uomo che dedica tutto se stesso al raggiungimento di un obiettivo, che sa entusiasmarsi e impegnarsi fino in fondo e che si spende per una causa giusta. L’Uomo che quando le cose vanno bene, conosce finalmente il trionfo delle grandi conquiste e che, quando le cose vanno male, cade sapendo di aver osato. Quest’Uomo, non avrà mai un posto accanto quelle anime mediocri, che non conoscono né la vittoria né la sconfitta”.
Per ricordare Gianluca Vialli, forse nessuna parola sarebbe meglio di questo discorso, motivazionale, fatto allo spogliatoio della Nazionale italiana in vista degli Europei del 2020. Gianluca era un vincente, ma allo stesso tempo rappresentava eccellentemente quella purezza e disciplina sportiva di un calcio italiano che non esiste più.
Un Campione di altri tempi, capace di scaldare i cuori a suon di gol e fedeltà. Un po’ come un’altra grande leggenda del calcio italiano: Gigi Riva. Se Riva prese il Cagliari per mano e lo portò tra i grandi club del calcio, lo stesso fece Vialli, con l’amico Roberto Mancini, a Genova con la bellissima maglia della Sampdoria. Qui 3 Coppe Italia, uno Scudetto, una Supercoppa Italiana e una Coppa delle Coppe. Insomma, i “Gemelli del Gol” portarono una squadra, definita provinciale, alla finale di Champions League e tra i più grandi club del calcio europeo.
Vialli è stato coraggio, voglia di osare, un grande Maestro cui tutti i giovani calciatori in erba dovrebbero riguardare e sentire. Un Guru del calcio di lotta, sudore, voglia di non mollare mai e di scrivere la storia. Lo stesso spirito con cui prese a calci la propria malattia per 5 anni, vincendo anche un Europeo nonostante le condizioni fisiche.
Gianluca, mancherai a tutti. In primis a chi ti seguiva con la maglia del Samp, la Juve e poi il Chelsea. A chi si è appassionato alla Premier League grazie a te, con i tuoi pesanti gol fatti in Inghilterra con la maglia del Blues. Gianluca mancherai a chi ancora credeva in un calcio puro, dove i giocatori scendono in campo e vincono per i propri colori e tifosi, in una dimensione dove dovrebbe contare più l’emozione di una partita che lo strapotere di procuratori e sponsor.
Caro Gianluca, ci mancherai.