Tra qualche giorno, che scuola ci aspetta?

Roma – La domanda è lecita: “La scuola italiana è pronta a ripartire in sicurezza dopo un periodo di post pandemia?”. Sentendo alcuni Presidi dei locali scolastici nel Lazio, la risposta emblematica sarebbe “no”.

Nonostante sembri che i periodi bui del Covid-19 ce li siamo lasciati alle spalle, è innegabile come alcune varianti purtroppo ancora girano tra noi: tra queste la versione Centaurus, che a detta degli esperti ha un’alta potenzialità di contagiosità. Ascoltando le perplessità dei dirigenti scolastici, oggi tante scuole sarebbero ancora profondamente indietro sul piano delle sanificazioni, la sicurezza delle aule e soprattutto il monitoraggio della qualità dell’aria. Praticamente gli stessi problemi della scuola di Marzo 2020, col sistema scolastico che non ha fatto mezzo passo in avanti negli ultimi due anni.

Tra cortili lasciati al degrado e classi pollaio, le scuole necessitano del monitoraggio dell’aria. Nella Regione Lazio, una situazione che ha acceso una forte disputa su quale Ente dovrebbe effettuare simili controlli. A oggi si può ben leggere uno scarico di responsabilità tra le ASL locali e l’ARPA, che accusano come i DPCM del Conte II e il Draghi I non hanno tenuto conto delle reali competenze di questi enti.

In uno stallo sui controlli anti-Covid e quali locali scolastici sono più adatti alle lezioni, i Presidi provano a correre ai ripari con la richiesta di purificatori e sanificatori al plasma per le proprie scuole. Mezzi che verrebbero a costare intorno ai 499 euro a dispositivo, per un investimento complessivo di 10 milioni di euro per gli istituti di Roma e la sua Provincia. Ma chi dovrebbe pagare questi soldi?

Mentre l’ex ministra Lucia Azzolina sperperava fondi pubblici coi banchi e le sedie a rotelle, forse quei soldi potevano essere investiti per adeguare le classi all’emergenza Covid-19 e mezzi che rendessero l’aria di alta qualità. Allo stato attuale, per Roma tali investimenti spetterebbero a Roma Capitale e Roma Città Metropolitana. Ma tali spese, quando verrebbero effettuate dagli organi governativi capitolini, con la scuola ormai alle porte?

Preannunciato il “patatrac” per la ripresa scolastica, i Presidi vorrebbero correre ai ripari. Lo farebbero comprando purificatori e sanificatori a spese delle scuole che dirigono, utilizzando i modesti fondo cassa scolastici a disposizione. Una bellissima iniziativa, se non fosse che la burocrazia italiana complica tutto: servono Enti appositi che ne certifichino l’effettivo funzionamento; la postazione e come farli funzionare.

Nuovamente, l’Italia – e in questo caso Roma e la Regione Lazio – si fa trovare nuovamente impreparata sul piano scuola.

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