TikTok, anche l’Italia segue l’UE?

TikTok, anche l’Italia segue l’Unione Europea? Sul piano strategico, è una partita tutta da seguire, in una minaccia sul piano della cybersicurezza che evidenziamo da diversi anni.

Una piattaforma social in mano cinese, è una bomba a orologeria. Ieri come oggi, in condizioni che vanno acutizzandosi con la posizione geopolitica cinese nel conflitto russo-ucraino.

Perché lo spionaggio attraverso smartphone, non è solo una realtà legata a piattaforme come Facebook o Instagram. Le orecchie digitali sono anche orientali, questa volta al servizio di un sanguinario regime comunista.

Sia chiaro, non è meglio la soluzione “occidentale” di Mark Zuckerberg. Ma nella drammaticità degli eventi, diffidare da una realtà di regime è necessario. In tal senso, l’UE si muove in maniera tardiva. Non sbagliata.

Vietare ai propri dipendenti l’utilizzo di TikTok, non deve essere vista come una mossa totalitaria, ma invece il tentativo di “custodire” dati sensibili della Comunità che possono circolare all’interno degli smartphone. Dal semplice dipendente, ai piani alti della dirigenza europea.

Ben venga tale iniziativa anche in Italia, anche se vedrà una forte levata di proteste. La colpa non è del ruolo strategico di TikTok, quanto di dirigenti che inseriscono o parlano tramite telefono di informazioni segretissime, in barba alle procedure imposte dallo Stato.

Nel pieno della Seconda Guerra Fredda, la cautela diventa necessità. Bandire TikTok da tutti i territori UE, pur con dispiacere per noti tiktoker, diventa necessità in un periodo di guerra.

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