Suburra, quando una serie tv infanga il nome di Ostia e i suoi cittadini

Tanti residenti di Ostia Lido mi hanno scritto ieri sera, chiedendomi di schierarmi sulle nuove riprese di “Suburræterna” nel territorio lidense. Ho accettato di scriverne oggi, senza ambizioni di megalomania ma bensì con l’umiltà di commentare la notizia a titolo personale, da cittadino e giornalista che è attento a tutto quello che accade sul nostro Municipio.

Credo vada fatta anzitutto una premessa: Suburræterna sarà uno spin-off di Suburra, in una trama che al momento non conosce nessuno. Al contrario, conosciamo quanto la serie Suburra, e il precedente film di Stefano Sollima, danneggiò l’immagine di Ostia Lido: ci descrissero come un territorio di Mafia, in balia di guerre intestine tra clan, con spacciatori in ogni piazza e soprattutto in un contesto dove potevi essere gambizzato anche nel salotto buono della Città.

Ostia ha i suoi problemi, che nessuno nega. Ma la serie televisiva di Netflix, con la propria vena artistica, romanzò una realtà che su questo territorio è stata amplificata all’ennesima potenza per catturare ascolti facili. Amplificata per elevare ulteriormente lo stato dei personaggi interpretati da Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara (Aureliano Adami e Spadino), in modo da diventare modelli di una cultura pop tra i giovani.

Eppure, in una chirurgica operazione di marketing per portare soldi a Netflix, in quasi ogni scena si è messa in atto una macchina del fango contro Ostia e i suoi cittadini. Una gogna mediatica cui nessun Sindaco – o Sindaca – si è mai opposto, tantomeno i Presidenti del X Municipio di Roma Capitale che si sono succeduti. Ma un po’ tutta la politica, in tutto l’arco parlamentare, ha sempre abbassato il capo davanti all’idea di attaccare un grandissimo marchio come Netflix.

Ma di tutto ciò, di chi è la colpa? Di un regista che racconta, seppur in maniera distorta ma forse bonaria, una storia? Di uno Stato assente e che non evita la presenza di certi boss su questo territorio? Io pendo verso quest’ultima ipotesi.

Altro danno che hanno fatto le serie televisive sui clan criminali, tipo “Suburra” e “Gomorra” per esempio, è quello di aver ingigantito, ulteriormente, la megalomania di certi boss del crimine locali e in giro per l’Italia. Acceso nelle loro testa l’idea di essere “Re incontrastati”, tanto da vedere serie televisive che s’ispiravano alle loro gesta. Dinamiche che li hanno levati dall’ombra del mondo occulto del crimine, portandoli alla ricerca spasmodica delle telecamere televisive e aprendoli ad ambizioni politiche.

Davanti a tutto ciò, la colpa è unicamente di un responsabile: lo Stato. Lo Stato che lascia liberi certi boss, magari poi sullo stesso territorio di Ostia. Lo Stato che dipinge questo territorio come quello degli “appestati”, nonostante qui vivano professionisti, intellettuali e onesti cittadini che gli pagano le tasse.

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