Mentre le sentinelle “anti-pickpocket” continuano a segnalare la presenza delle borseggiatrici nelle stazioni di Roma, qualcuno inizia a contestarle: l’episodio
L’irreale contesto di Roma, coi mezzi pubblici in balia di disservizi, borseggiatori e borseggiatrici, ma anche alcuni cittadini che difendono lo stato d’illegalità profuso sulle linee metropolitane. Nonostante l’aumento della sicurezza nelle fermate del Centro Storico, le sentinelle continuano ad aggiornarci sulla presenza e i reati perpetrati dai gruppi criminali dedicati al borseggio: realtà malavitose che oggi, paradossalmente, qualche cittadino vittimizza e addirittura difende a spada tratta, cercando di ostacolare il ruolo volontario di chi cerca di sventare dei furti urlando “Attenzione ladre” sulle banchine o all’interno dei treni.
Borseggi nella Metro di Roma: la risposta delle sentinelle
I gruppi delle sentinelle, cui si sono uniti nei mesi diversi creator digitali di YouTube e Instagram, continuano a segnalare costantemente la presenza dei borseggiatori nelle stazioni romane. Nonostante il Giubileo, i cittadini rimangono in molti casi l’unico fattore disincentivante per mandare all’aria i furti perpetrati da gruppi di etnia nomade o latinoamericana. Un mood che sta danneggiando queste realtà criminali, specializzate soprattutto nel furto sui mezzi pubblici, con entrate mancanti che stanno cominciando a infastidire i vertici criminali di questi gruppi: un clima pesante ben palesato con le ultime dichiarazioni dello youtuber Simone “Cicalone” Ruzzi, intimidito per due volte nel giro di poche ore da alcuni volti vicini a gruppi della criminalità romana.
Il caso Carabella e le polemiche sul confine tra legalità e intervento civile
L’ultimo episodio di connivenza tra qualche cittadino e le borseggiatrici, tocca l’attivista Simone Carabella. Il volontario, come ormai da mesi, stava svolgendo un turno di sentinella all’interno della stazione Termini, avvisando pendolari e turisti nel caso di un avvicinamento sospetto delle borseggiatrici. Un modo per evitare furti, ma anche provare pacificamente a far allontanare le ladruncole dalle banchine e i treni della Metro A o B.
In questo contesto, Carabella è stato contestato da un cittadino col volto non reso pubblico. Come mostrato nel suo profilo Instagram, il soggetto avrebbe evidenziato all’attivista come non rientri nei suoi compiti questa iniziativa contro le borseggiatrici. Secondo l’uomo, si tratta di “portare all’estremo le azioni del cittadino”, quando quel ruolo dovrebbe spettare semplicemente alla Polizia e le altre unità legate alle forze dell’ordine. Peccato però che quel tipo di controllo capillare, almeno da parte dello Stato italiano, manchi al fine di arginare in maniera definitiva il problema.
Sicurezza pubblica a Roma: carenze dello Stato e supplenza civica
Come evidenziano i video dei vari creator digitali, lo Stato combatte ancora una partita in forte handicap contro la presenza dei borseggiatori. Poche unità a disposizione, che oggi a malapena riescono a blindare con una certa forza il solo Centro Storico in concomitanza del Giubileo, la morte di Papa Francesco e la fresca elezione di Leone XIV. Tutto ciò, senza dimenticare peraltro, come le stazioni della periferia siano state completamente dimenticate.
Ecco allora come torna utile, seppur in un fenomeno che andrebbe regolarizzato, il lavoro svolto dalle ronde per monitorare le borseggiatrici. Al momento, molte delle attività degli attivisti sono condotte in maniera illegale e soprattutto concepite come azioni come iniziative individuali, ma si sono rivelate utili nello sventare numerosi furti sulle linee metropolitane romane e soprattutto evidenziare il volto di numerosi borseggiatori. Facce da cui i cittadini devono stare attenti, imparando a riconoscerle e soprattutto starci lontano se malauguratamente s’incrociano nella Capitale.
Le ronde sono legali? Cosa dice la legge italiana
E’ sbagliato definire illegali di principio i gruppi di sentinelle, che al contrario già vedono una legge che tutela il loro operato al servizio della comunità cittadina. Facendo fede alla legge italiana, il Decreto Maroni del 2009 sancisce la possibilità di costituire delle associazioni di volontari, che hanno l’obiettivo di contribuire al buono stato della sicurezza urbana nella propria città. Tali associazioni, per operare, dovrebbero essere iscritte a un Albo competente presso la Prefettura locale, lavorando però solo sotto il coordinamento delle autorità nella loro città.
Come evidenzia il Decreto Maroni, i gruppi di volontari regolarizzati vedono ben specificati anche i loro ruoli: possono segnalare situazioni di pericolo o disagio sociale. Non possono, al contrario, utilizzare armi per mantenere la sicurezza cittadina, oltre a tenere atteggiamenti che possono essere interpretati da altre persone come coercitivi o addirittura intimidatori verso eventuali personaggi che violerebbero la legge.
1 commento su “Roma, volontari anti-borseggiatori nelle Metro: tra ronde civiche, polemiche e zone d’ombra legali”
Bravo Andrea, complimenti per aver citato la legge Maroni che non contraddice la Costituzione, quindi senza atti violenti o aggressivi sono pienamente d’accordo con tale legge per cui aggregarsi per una salvaguardia civile del cittadino è lecito e un diritto. Buon lavoro e buona fortuna