Un ragazzo di 20 anni è stato aggredito da una baby gang a piazza Bologna, a Roma, perché non aveva una sigaretta. Salvato dai passanti, è vivo per miracolo.
Nonostante lo svolgimento del Giubileo e di tante manifestazioni d’importanza mondiale, la percezione dei cittadini è quella di una “Roma sempre più pericolosa”. L’ultima vicenda accade in una delle principali zone della movida romana, dove un giovane è stato selvaggiamente picchiato da un branco mentre era in attesa di prendere l’autobus. Il gruppo avrebbe potuto ucciderlo arrivando a utilizzare addirittura cocci di bottiglia, non fossero intervenuti dei cittadini coraggiosi che hanno messo in fuga la baby gang e soprattutto salvato la vita al ragazzo.
Aggredito da una baby gang a Roma: il racconto choc da piazza Bologna
L’episodio di brutale violenza, raccontato da Spotted Roma Piazza Bologna, prende vita nella giornata di sabato. La vittima è un ragazzo di vent’anni, che quel giorno ha la sfortuna di trovarsi a prendere l’autobus nel punto e nel momento sbagliato: alla fermata che affaccia su piazzale delle Provincie. Con lui, alla banchina, un gruppo di tre ragazzi, di cui uno con chiare origini asiatiche: uno di loro si avvicina al giovane, chiede una sigaretta. Il ventenne, non fumando, dice di non averle: una frase che fa scoppiare l’odio immotivato, con il giovane che improvvisamente viene colpito da uno dei giovani con una bottiglia di vetro alle spalle, all’altezza della nuca.
La richiesta di una sigaretta diventa pretesto per la violenza
Il ragazzo si trova addosso, dopo essere stato stordito dal colpo di bottiglia in vetro, da tutti i giovani del trio, che arrivano a colpirlo nonostante la piazza sia piena di persone e tutti possano vedere l’inquietante scena dai vicini locali. Il gruppo di bulli, non curanti di essere visti, cominciano a sferrare violenti colpi verso il corpo del ventenne, che in pochi secondi si rannicchia a terra e prova a ripararsi la testa dalle percosse. Nella totale confusione, sono svariati i pugni e i calci che lo raggiungono alla zona del cranio, del petto e della schiena.
Il vetro spaccato dietro la testa nella zona della movida di Roma: “Potevano uccidermi”
Chi lo colpiva, mostrava l’intenzione di fargli molto male e probabilmente causargli gravi danni alla testa. Come racconta la vittima, all’interno della sua lettera alla pagina di Instagram, addirittura una bottiglie gli viene fracassata dietro la nuca. Fortunatamente non perde i sensi e non riporta eccessivi danni, ma qualcuno era riuscito a rompergli una bottiglia di birra in vetro dietro la testa: un colpo secco che lo fa cadere a terra stordito, mentre gli altri violenti cominciano a picchiarlo selvaggiamente anche mentre si trova disteso sul manto stradale per le ferite e il colpo subito.
L’intervento dei cittadini e la fuga del branco
Nonostante l’episodio drammatico vissuto, alcuni cittadini prendono il coraggio d’intervenire e soprattutto si accorgono della necessità di salvare la vita al malcapitato ragazzo. Prima riescono ad allontanare il gruppo di bulli, poi prestano i primi soccorsi al giovane: fortunatamente ferito non gravemente, tanto da riuscire a raccontare pubblicamente questa disavventura e soprattutto mettere in guardia i suoi coetanei da vicende simili. I cittadini aspetteranno l’arrivo dei paramedici del 118, che per le condizioni del giovane stabiliranno della necessità di un trasporto al più vicino ospedale.
“Dov’è la sicurezza in questa città?”: lo sfogo del ragazzo
La vittima si prende quasi una giornata per raccontare la propria disavventura, desideroso più a mettere in guardia gli altri giovani da simili situazioni che una reale denuncia dei fatti. Chi lo ha aggredito, almeno adesso, ancora non ha un volto e solamente le indagini proveranno a chiarire tutta la dinamica che dovrà stabilire l’identità di chi ha dato vita a un simile pestaggio. Resta comunque che, una simile azione, avviene in una delle piazze più emblematiche della movida romana e dove i controlli sembrano non essere costanti nonostante la presenza di tantissimi cittadini o giovanissimi.
Il giovane trova la forza di lanciare la propria denuncia sociale: “Com’è possibile che un simile pestaggio, come peraltro avvenuto ai miei danni, accada in una delle zone più frequentate di Roma? Un centro urbano dove tutti i giorni s’incontrano studenti, lavoratori e famiglie? Dov’è la sicurezza in questo quadrante? Questi episodi non devono accadere, ma soprattutto lo Stato non può aspettare la morte di una persona per intervenire e stroncare simili situazioni”.
1 commento su “Roma, ragazzo aggredito da una baby gang a piazza Bologna: pestato perché non aveva una sigaretta”
Il mio commento non è sulla banda di ragazzini che vengono dalle periferie circostanti, ma dal fatto che Piazza Bologna ospita troppi studenti. La vita prima del loro arrivo massiccio, era tranquilla. La verità è che il troppo storpiato e non fa vivere bene e qui non è questione di razzismo ma di sopravvivenza di chi ha sempre abitato in queste zone. Come per gli immigrati la cui presenza massiccia rende difficile la convivenza, così diviene naturale che si formino gangs di emarginati. Se questo vuol dire razzismo allora io lo sono.