Per Repubblica, il Papa è destrorso sul caso Dugina

Roma – Nonostante mi dividano numerose posizioni ideologiche e politiche, convengo come oggi Papa Francesco sia l’unico leader politico – e automaticamente religioso, vista la sua posizione – che meriti rispetto e ammirazione sul palcoscenico occidentale.

Seguendo i dogmi della fede, oggi sfrutta la sua influenza per portare la parola di Pace all’interno di zone geografiche dove il conflitto la fa da padrone. L’esempio lampante l’abbiamo visto con l’Ucraina, dove con grande diplomazia ha chiesto apertamente il “cessate il fuoco” in quelle terre vittime della guerra (ricordandoci le parole di San Giovanni Paolo II). In un contesto mediatico volto a giustificare la difesa dell’Ucraina e le ostilità contro Putin, ha pronunciato quello che leader politici come Emmanuel Macron, Mario Draghi, Ursula von der Leyen o Joe Biden non hanno mai detto.

Papa Francesco lo fa seguendo la via della comprensione degli eventi, l’ascolto delle storie e soprattutto la tutela della vita, poiché nessuna guerra può giustificare anche una sola vita stroncata. Non potrebbe essere altrimenti, poiché su tali valori si fonda il credo e il pensiero del mondo cattolico.

Con un atteggiamento da scheggia impazzita agli occhi del mondo laico così come quello ecclesiale, il Santo Padre ha voluto rompere dei tabù legati al mondo occidentale. Ha chiesto chiarezza sulla morte di Darya Dugina, definendola una “vittima innocente”. Ha usato la propria mediaticità, per fare luce su un caso quasi completamente oscurato dal mainstream occidentale. Una morte fino a quel momento utilizzata più per attaccare politicamente il padre Aleksandr Gelʹevič Dugin, piuttosto che parlare di una vita stroncata a una trentenne.

In un sistema di notizie che guarda solamente agli interessi degli USA e i suoi sodali, automaticamente parte la ganascia dell’infamia verso Francesco. S’innesca la reazione dell’Ucraina, contemporaneamente a una Repubblica che mette in discussione le posizioni politiche e geopolitiche del Santo Padre. Lo stesso Papa che omaggiava fino a ieri, quando si esprimeva sulle posizioni dell’immigrazione o l’ambiente. Ma si sa, a La Repubblica la coerenza non è di casa.

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