Residenti di Ostia Levante esausti dai mercatini nomadi: nel X Municipio nessuno controlla, coi cittadini costretti a pulirsi il marciapiede dalla spazzatura
Storie fuori dal normale a Ostia, come spesso ne raccontiamo negli ultimi tempi. Torniamo a viale della Vittoria, dove i residenti sono tornati a segnalarci il mercatino delle pulci organizzato dai nomadi. Un banchetto dell’illegalità profusa, coi rom che venderebbero prodotti presi nella spazzatura o altro materiale di cui non è chiara la provenienza d’origine: stereo o cellulari, ad esempio, che potrebbero essere frutto dei furti in auto o i borseggi sui mezzi pubblici, compiuti sul territorio lidense e quello che comprende i Municipi romani.
Il mercatino delle pulci sotto il Cisternone di Ostia
E’ venerdì mattina, quando i nomadi tornano a farsi vedere a viale della Vittoria. A segnalarci l’episodio è Mauro Delicato, attivista lidense che in più occasioni ha denunciato pubblicamente l’illegalità dietro questi mercatini e soprattutto come sui teli arrivino il più delle volte degli oggetti presi dall’immondizia. Sono almeno sei i teli che sorgono sotto il Cisternone, coi nomadi che vendono vestiario e cianfrusaglie mezze rotte. Nonostante il raccapricciante spettacolo, ugualmente qualche cittadino si ferma e cerca di compare i materiali, magari contrattando sul prezzo con la nomade che si erge a “commerciante” di turno per il banco.
Gli oggetti esposti dai nomadi
Vestiti di tutti i tipi sono buttati in strada, con pantaloni o magliette sporche e rotte che attendono di essere vendute. Poi vecchi oggetti mezzi scassati, oggettistica da casa vecchia e altre cianfrusaglie dalla non chiara utilità. I nomadi aprono il loro mercato alle 8 del mattino, ma come vedono le telecamere fanno subito “fagotto”: aggiungono in teli molti oggetti o vestiti, lasciando però una parte delle cose in strada e sporcando l’area tra via Capitan Casella e via Oletta.
Rovistatori di cassonetti incontrastati a Ostia
Se i mercatini delle pulci sono incontrasti sul territorio di Ostia, al pari di quello che si verifica su via delle Sirene da anni, i cittadini devono fare i conti anche con una profusa illegalità verso i secchioni dei rifiuti e i contenitori per i vestiti vecchi. Intorno alle 11 del mattino, una nomade torna a rovistare nei cassonetti all’incrocio di via Oletta: sembra cercare vestiti e soprattutto scarpe, magari per il prossimo mercatino rom.
Insieme a lei un ragazzo del Senegal. Prima rovista i cassonetti dopo via Desiderato Pietri, dove preleva delle pentole buttate nella spazzatura. Poi vandalizza, sotto gli occhi di altri residenti, il raccoglitore dei vestiti su via della Vittoria: butta i vestiti a terra, ricercando pantaloni e soprattutto scarpe. L’uomo, vestito sportivo e che probabilmente bivacca in zona, ci chiede di non essere fotografato in cambio di qualche parola: dice di essere un sarto e che proviene dalla zona della stazione Termini, dove rivende quei materiali presi nell’immondizia e conservati all’interno di buste della spesa in stoffa. Anche queste, oltretutto, prese nei cassonetti.
Se l’indecenza sembrava aver raschiato il fondo del barile in fatto di paradossale, ieri mattina non avevamo visto tutto. Un uomo anziano, probabilmente magrebino e noto nel ruolo di venditore ambulante abusivo sulle spiagge di Ostia, si avvicina al raccoglitore dei vestiti vandalizzato. Raccoglie alcune stoffe, che pochi metri dopo cerca di rivendere prima a un cittadino anziano della zona e poi a noi (ignorando come fossimo giornalisti sul posto, venuti apposta per fare un servizio sulla vicenda).
Le parole di una residente: “Manca chi controlla, siamo noi a chiedere di tenere pulito dopo che rovistano nei cassonetti”
Durante il giro a via della Vittoria, conosciamo Cristina: una giovane attivista locale, che ci mostra come mette anima e cuore per tenere dignitoso il proprio quartiere e soprattutto svolgere delle attività di socialità per i residenti. La ragazza ci racconta la sua esperienza con questi fenomeni, che prova ad affrontare il problema con gentilezza, umanità e buonsenso: “Io con queste persone ci parlo. Nonostante manchi chi controlli questi episodi e le istituzioni non ci diano al momento soluzioni, mi sono fatta forza e ho cominciato a dialogare coi rovistatori: gli dico di fare quello che devono, a patto che poi rimettano nei cassonetti tutto quello che non gli serve“. Una vittoria non ottenuta sempre: anche oggi la giovane, munita di scopa e paletta, ha dovuto raccogliere numerosi oggetti lasciati per strada o sul marciapiede, per poi ributtarli nel contenitore dell’Ama.