Mario Falconi e lo stabilimento Peppino a Mare

Ostia, sequestrati quattro stabilimenti: Falconi attacca i gestori per mancata trasparenza

Un nuovo scandalo pervade Ostia dopo il sequestro di quattro stabilimenti balneari: il presidente Mario Falconi attacca la mancanza di trasparenza dei gestori

L’estate di Roma diventa sempre più incandescente, con il sequestro di quattro stabilimenti sul territorio di Ostia. Mentre c’è già chi prevede un nuovo “caso Casetta” sul territorio lidense, il X Municipio prova a chiarire la vicenda: una risposta arrivata nel Consiglio Municipale di ieri dal presidente Mario Falconi, che durante la seduta in Aula “Massimo Di Somma” è stato interrogato in più frangenti dalla sua stessa maggioranza e l’opposizione.

Il caso dei sequestri a Ostia: parla il Presidente del X Municipio Mario Falconi

Nell’ora degli interventi liberi, la voce del presidente Falconi è l’ultima a intervenire. Il Primo Cittadino lidense spiega come la decisione non sia dipesa dal X Municipio, ma da una mancanza di adeguate collaborazioni, sul piano della trasparenza, tra le realtà che tenevano in concessione gli arenili sul lungomare Amerigo Vespucci e il Comune di Roma. In tale senso, per diverso tempo, i gestori non avrebbero risposto alla consegna di determinate documentazioni richieste dagli uffici comunali.

Nessuna collaborazione dai concessionari: i documenti mai consegnati

Il Presidente del X Municipio, in meno di tre minuti, riesce a chiarire l’ennesimo fatto di attualità che cade sulla testa del territorio di Ostia. Un nuovo capitolo che torna a guardare le dinamiche della piena legalità sugli arenili di Roma, in una vicenda che almeno per il Comune ricadrebbe interamente sulle responsabilità dei gestori balneari. Una mancanza d’informazioni riguardo alle strutture da loro amministrate che, dopo comunicazione alla Guardia di Finanza, avrebbe portato ai sequestri dei noti stabilimenti balneari nel quadrante del lungomare Vespucci.

I chiarimenti nell’Aula di Ostia: Falconi risponde a maggioranza e opposizione

Il presidente Falconi, nel suo breve intervento, chiarisce anzitutto la posizione del Campidoglio sulla vicenda. Risponde all’intervento della consigliera della Lega Monica Picca, che aveva chiesto delucidazioni sull’ennesimo scandalo amministrativo che tocca la costa del X Municipio. Ma soprattutto porta la linea del sindaco Roberto Gualtieri sulla vicenda, che attraverso la propria Giunta continua a marciare verso una politica che restituisca la piena legalità sulla costa di Ostia e soprattutto non fa sconti a nessuno.

Durante l’intervento, il Presidente del X Municipio è al telefono con gli uffici degli assessorati competenti in maniera, che probabilmente avevano fatto pressione nelle ore precedenti per una simile dichiarazione in aula. Sul piano personale, Falconi non esprime ancora giudizi, ma evidenzia come qualche balneare forse si sia sentito libero di muoversi in mancanza di un effettivo controllo da  parte del Comune di Roma: dinamiche che però dovranno essere accertate nelle sedi della giustizia amministrativa.

I dubbi interni al Municipio: l’intervento critico del consigliere Marco Belmonte

Il consigliere del Partito Democratico Marco Belmonte va controcorrente, evidenziando delle anomalie storiche nella vicenda che riguarda le realtà degli stabilimenti Peppino a Mare, Bungalow, Mariposa e Bettina. Lo fa evidenziando l’ultimo decennio amministrativo del X Municipio, dove le irregolarità di questi spazi non sono stati evidenziate nemmeno sotto il periodo commissariale che toccò tutto il territorio costiero di Roma.

Evidenze che, successivamente, non sono venute fuori nemmeno sotto la gestione municipale guidata dal Movimento 5 Stelle e l’ex presidente Giuliana Di Pillo. Elementi che, in tutta onestà intellettuale, ammette come non fossero emersi neanche con la mappatura della costa lidense effettuata dall’Assessorato al Patrimonio di Roma Capitale guidato dall’assessore Andrea Tobia Zevi: membro di Giunta che, in più occasioni, aveva evidenziato come il Comune conoscesse meglio le strutture presenti sulla spiaggia di Ostia, anche avendo effettuato dei sopralluoghi sul posto in prima persona per le verifiche di rito. I dati del Campidoglio, a questo punto, sono da considerarsi così precisi come li ha descritti Zevi? Vedendo gli ultimi risvolti, a qualche consigliere dell’Aula “Di Somma” il lecito dubbio viene.

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