Rifiuti bruciati nella Pineta delle Acque Rosse

Ostia, roghi tossici nella Pineta: residenti intossicati dal fumo e quartieri invasi dall’odore di plastica bruciata

Roghi tossici a Ostia, fumo acre dalla Pineta Acque Rosse. Residenti intossicati e malori: cresce l’allarme per le discariche abusive e incendi illegali.

I problemi legati ai roghi tossici a Ostia sembrano non avere fine. Lo testimoniano numerosi residenti che, anche nella notte tra giovedì e venerdì, hanno avvertito un forte odore di fumo all’interno delle proprie abitazioni. Oltre all’impossibilità di dormire a causa dell’aria acre e irrespirabile, molti cittadini hanno riportato disturbi fisici: gola secca, forte senso di nausea e, in alcuni casi, la necessità di recarsi al Pronto Soccorso. Nelle ultime ore, un residente è stato refertato per intossicazione da fumo.

Roghi tossici a Ostia, notte da incubo per i residenti: fumo acre nelle case e malori: in molti finiscono al pronto soccorso

L’attività di combustione illegale si concentra tra la Pineta delle Acque Rosse e l’area adiacente della Fiumara Grande, all’interno della Riserva Naturale del Litorale Romano. Da qui, il fumo tossico sembra essersi diffuso a macchia d’olio su gran parte del quadrante ostiense. I primi a denunciare l’accaduto sono stati i residenti di via dell’Appagliatore, che attraverso il Comitato di Quartiere Parco Pallotta hanno scritto una lettera indirizzata alla Polizia Locale. L’odore di plastica bruciata è stato percepito anche nei quartieri dell’Idroscalo, Lido Nord, Isola Sacra e in diverse zone dell’area Levante del litorale.

La testimonianza esclusiva del residente intossicato: “Ho problemi respiratori e sono finito in ospedale”

A parlarci in esclusiva è il signor Quasimodo (nome di fantasia, per tutelarne l’identità). L’uomo racconta: “Per il fumo tossico sono finito in ospedale. Da diverse notti avvertivo un odore fortissimo all’interno della mia abitazione. Mi ha causato un attacco di tosse e problemi respiratori. Soffrendo già di patologie pregresse, ho dovuto recarmi al pronto soccorso dell’ospedale G.B. Grassi, dove dopo una visita mi hanno refertato per intossicazione da fumo”.

E aggiunge: “Nonostante gli impegni di lavoro, oggi sono bloccato a casa. Riesco a malapena a parlare, a causa di continui colpi di tosse violenti. Sono molto preoccupato. Mia moglie ha insistito per accompagnarmi in ospedale e svolgere tutti i controlli necessari. Non appena riuscirò a respirare meglio, mi rivolgerò al mio legale per denunciare formalmente quanto accaduto, e i danni subiti per la presenza di roghi tossici sul territorio”.

Allarme tra i cittadini di Ostia: “Abbiamo temuto un incendio in casa”

Ci contatta anche una residente delle palazzine bianche di via Tancredi Chiaraluce, anch’essa vittima del forte odore di plastica bruciata. Racconta: “Mi sono svegliata nel cuore della notte per il forte odore di bruciato che sentivo in casa. Con mio marito abbiamo controllato tutte le prese elettriche, temendo un corto circuito. Dopo aver constatato che non c’era alcun principio d’incendio all’interno, ci siamo affacciati al balcone e abbiamo capito che la puzza proveniva dall’esterno. È una situazione intollerabile. I roghi tossici arrivano spesso dalla zona dei canneti su via della Martinica”.

Rifiuti dati alle fiamme nella Pineta e vicino alla foce del Tevere: Sei denunce in due anni, ma nessuna istituzione è intervenuta”

Nel territorio lidense esistono numerose discariche abusive. All’interno della Pineta delle Acque Rosse e della Riserva Naturale del Litorale Romano, alcune persone senza fissa dimora bruciano rifiuti vicino ai propri insediamenti. La situazione è critica anche in altri quadranti di Ostia. Preoccupante la testimonianza di un residente nei pressi di via delle Orcadi, a pochi passi dalla foce del Tevere: “Qui c’è una discarica abusiva dove ogni giorno vengono scaricati materiali infiammabili, scarti edili, materassi, plastica e rifiuti di ogni tipo. Quando lo spazio si satura, qualcuno viene e dà fuoco a tutto. E noi respiriamo quei fumi. Ho fatto sei denunce dal 2022, ma nessuna istituzione è mai intervenuta. Nessuno ha controllato la situazione né preso provvedimenti per fermare questo sistema illegale di smaltimento, che mette a repentaglio la nostra salute”.

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