Ostia Mare senza pubblico allo stadio: come la politica rischia di uccidere lo sport locale

L’Ostia Mare rischia di giocare a porte chiuse l’intera stagione 2022-23, con la squadra lidense attesa tra pochi giorni ad affrontare l’inizio del campionato di Serie D.

I problemi di una simile situazione, sorgono da una presunta inagibilità di alcuni spazi dello stadio Anco Marzio, quali le tribune, gli spogliatoi e altre aree legate alla struttura sportiva.

A portare avanti la battaglia per tenere chiuso al pubblico lo stadio, è lo stesso Comune di Roma Capitale. Gli Uffici comunali infatti fanno sapere sulla questione: “In relazione all’impianto sportivo in concessione alla A.S. Ostia Mare, agli atti della direzione sport di Roma Capitale non risulta alcuna inadempienza da parte dell’amministrazione. Da quanto emerge dall’analisi documentale, l’impianto in questione è stato oggetto di avvio di procedimento di decadenza sanzionatoria con comunicazione protocollo EA/2022/2320 dell’11.03.2022 in conseguenza di una serie di attività ispettive condotte dai competenti uffici a partire da febbraio del corrente anno (nota protocollo EA/2022/1020 del 4.02.2022 e successive) che hanno confermato l’assenza di titoli autorizzativi validi per diversi manufatti. Tra questi la tribuna, i servizi e gli spogliatoi per i quali è stata riscontrata come titolo, non valido, una dichiarazione di inizio attività temporanea risalente al 2007, cui l’allora concessionario non ha mai dato seguito. Peraltro, in data 17.02.2020 con protocollo QD 2022/3684, la direzione cultura ha informato la Questura di Roma e gli uffici competenti dell’amministrazione capitolina che ‘al titolare dell’impianto sportivo non è mai stata rilasciata autorizzazione di pubblico spettacolo ai sensi dell’articolo 68 del Testo unico leggi di pubblica sicurezza’”.

Prosegue la nota di Roma Capitale: “In conseguenza alla successiva istanza presentata dalla A.S. Ostia Mare in data 14.06.2022 con protocollo EA/2022/5531 ‘per la interruzione del procedimento di decadenza a seguito di avvio della procedura amministrativa di rispristino dell’impianto’ è stato comunicato alla società la sospensione della procedura di decadenza ‘a condizione della completa attuazione e ottemperanza di quanto dichiarato, con particolare riguardo alle demolizioni dei manufatti non autorizzati e alla rimessa in pristino e alle relative tempistiche indicate nel cronoprogramma’”.

Conclude la nota comunale: “Successivamente, in data 3.08.2022, la A.S. Ostia Mare ha comunicato all’amministrazione comunale l’avvio dei lavori previsti ‘riproponendosi di concluderli interamente secondo le tempistiche previste’ e chiedendo l’autorizzazione per apporre temporaneamente ‘spogliatoi prefabbricati’. Il giorno successivo, in data 4.08.2022 con nota protocollo EA/2022/7444, la Direzione Sport ha immediatamente richiesto il conseguente aggiornamento del cronoprogramma e lo specifico progetto concernerne il posizionamento temporaneo del suddetto container ad uso spogliatoio ai fini del rilascio della relativa autorizzazione. Gli uffici della direzione sport di Roma Capitale sono ancora oggi in attesa da parte della Ostia Mare dei dettagli per valutare quest’ultima richiesta, che rientra nel più ampio progetto presentato dalla società sportiva e accolto dall’amministrazione. E’ auspicabile che la nuova proprietà adempia quanto prima alla richiesta e metta in priorità l’adeguamento e gli interventi necessari a rendere le tribune fruibili ai tifosi”.

Nella vicenda, accende qualche perplessità la tempistica degli avvenimenti. La bufera che si sta abbattendo sull’Ostia Mare, coincide con il fresco cambio di presidenza della società calcistica lidense, oggi nelle mani del presidente Roberto Di Paolo. Proprio il patron teme una truffa ai suoi danni con l’acquisto della società, visti gli attuali sviluppi: “Mi innamorai dell’OstiaMare nel 2002! La passione per il calcio l’ho sempre avuta e quando incrociai la mia strada con quella di Maurizio Asara da subito capii che ad Ostia avrei potuto dare il meglio di me. Così accadde: vincemmo al primo tentativo il campionato di eccellenza e da quel momento, quei colori mi sono rimasti cuciti addosso. La passione, l’affetto, la riconoscenza dimostratami da chi aveva l’OstiaMare nel cuore fecero il resto. Conobbi tante persone diventate amiche. Gli impegni personali poi mi tennero lontano dal calcio e giurai a me stesso che se un giorno fossi tornato sulla scena, il mio unico teatro potevano essere solo Ostia e l’OstiaMare. Ed eccomi, passati 20 anni, fedele al mio pensiero e a quello della mia famiglia, di nuovo ad Ostia, più innamorato di prima. Tanto è vero che l’impegno, stavolta, non voleva essere parziale ma di totale coinvolgimento. Il passo gigantesco, cioè quello di acquisire le quote della Società, è stato non solo concordato ma fortemente voluto da mio figlio Alessandro che, probabilmente se possibile, ama questa piazza anche più di me. Dopo l’enorme sacrificio fatto per definire l’acquisizione delle quote societarie non avrei, e non avremo, mai pensato di ritrovarci a fare i conti con la poca chiarezza, e forse anche la poca lealtà, di chi, in maniera quanto meno dubbia se non subdola, ha voluto approfittare della nostra passione per il calcio e soprattutto per i colori biancoviola. Ci risvegliamo e ci ritroviamo oggi in un incubo: alcuni giorni fa, il X Distretto di Pubblica Sicurezza ‘Lido di Ostia’, ci ha formalmente trasmesso una diffida al rispetto delle normative dello Stato relative alle autorizzazioni necessarie per poter esercitare pubblico spettacolo all’interno del centro sportivo ‘Anco Marzio’! Da domenica, quindi, le gare della nostra prima squadra dovranno essere disputate a porte chiuse. Anzi, da ciò che si evince dalla suddetta diffida, tutta la stagione 2021 – 2022 avrebbe dovuto essere disputata senza pubblico. Il passaggio definitivo di proprietà delle quote della Società è stato effettuato una ‘manciata’ di giorni fa e, fino ad allora, la mia famiglia ha provveduto esclusivamente a contribuire alla gestione della prima squadra e della juniores nazionale. Mai, mai, e poi mai potevamo immaginare che questa gloriosa Società ci venisse ceduta con la palese omissione di un problema strutturale di vitale importanza; alla pari di una concessionaria che tenterebbe di vendere un’auto senza motore. Io e la mia famiglia abbiamo subìto un grande ‘torto’ ma il vero affronto è stato fatto al cuore dei tifosi e della città di Ostia, e pertanto per il grande rispetto che porto ai tifosi ed alla città sono comunque io a scusarmi per l’amarezza che questa situazione provocherà loro, nella speranza che il vero responsabile trovi la dignità di farlo personalmente! Ho già dato mandato ai miei legali di verificare eventuali profili di responsabilità e di porli, nel caso, dinanzi le opportune sedi”.

Sulla faccenda, divenuta oggi di pubblico dominio, traspare la rabbia dei cittadini e della politica di Ostia, oltre i tifosi della società bianco-viola. In un vortice che tocca in egual modo altre due squadre che giocano all’Anco Marzio, la Rodolfo Morandi e la Conauto, i residenti in tale contesto vedono l’ennesima mancanza dell’Amministrazione locale e il Campidoglio verso il territorio lidense: oggettivamente, è difficile non dargli torto.

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