Dopo il sequestro dello stabilimento Il Capanno a Ostia, rifiuti e incuria preoccupano residenti e turisti. Cresce la paura per un nuovo caso di abbandono.
Chiudere uno stabilimento balneare, almeno a Ostia, non è solo un danno economico per una vasta gamma di categorie: dagli imprenditori che lo gestiscono, ai lavoratori impiegati, fino ai cittadini che avevano già prenotato e anticipato il pagamento per l’affitto di ombrelloni o cabine per l’intera stagione estiva. Ma c’è di più: chiudere una spiaggia in concessione, nel contesto del litorale lidense, significa anche lasciare un’ampia fetta di costa in balia del degrado. È quanto sta accadendo al Capanno, dove si manifestano già i primi, preoccupanti segnali.
Primi segnali di degrado al Capanno di Ostia dopo la chiusura
Il sequestro blocca le attività, ma la spiaggia resta frequentata
Mentre gestori e clienti lanciano un appello per riaprire lo stabilimento, anche e soprattutto per salvaguardare i posti di lavoro dei numerosi dipendenti della società, emergono segnali d’allarme legati al decoro urbano. Un cliente, facendo un sopralluogo lato spiaggia, ha notato l’accumulo crescente di immondizia all’interno dei secchioni. Probabilmente, a causa dei divieti connessi al sequestro, nessuno può svuotarli, generando così una condizione di progressivo degrado su uno dei tratti di costa più noti del X Municipio, frequentato anche per la sua vivace movida.
La denuncia di un cliente abituale: “Cestini pieni e rifiuti ovunque”
La testimonianza: “Il Capanno fa parte della nostra estate, non può finire così”
A raccontarci la situazione, in esclusiva, è Roberto (nome di fantasia), giovane cliente che da anni frequenta il Capanno insieme ai suoi amici, dove affitta una cabina per l’intera estate.
«Tengo molto alla riapertura di questo stabilimento, al quale associo moltissimi ricordi, anche d’infanzia. Da quando è stato sequestrato, passo spesso a controllare la situazione dal lato del bagnasciuga. Dal giorno della chiusura, credo che nessuno sia più venuto a svuotare i cestini dei rifiuti. I contenitori si sono riempiti giorno dopo giorno, soprattutto nell’ultimo weekend. I turisti, dopo la giornata di mare, hanno continuato a utilizzarli, ma ora i rifiuti strabordano o sono addirittura lasciati sulla sabbia, in prossimità dei secchioni».
Chi deve intervenire per ripristinare il decoro nello stabilimento sequestrato di Ostia?
Comune o Procura: il vuoto di competenze aggrava la situazione
Sembra chiaro che i gestori, con l’area sotto sequestro, non possano intervenire. Resta però da comprendere a chi spetti la responsabilità di raccogliere i rifiuti e ripristinare il decoro dell’area. Spetta alla Procura di Roma, che in teoria, attraverso il sequestro, si fa carico anche della conservazione del sito? Oppure è una competenza del Comune, considerando che gli arenili rientrano tra le aree di sua pertinenza? Una domanda a cui le istituzioni – si auspica – dovranno fornire una risposta già nella prossima settimana, per evitare che il degrado si trasformi in emergenza.
Il timore dei residenti: “Come gli altri stabilimenti abbandonati”
Il precedente di Casetta, Kursaal e Faber Village spaventa Ostia Levante
La paura più diffusa tra i residenti del X Municipio è quella di assistere all’ennesimo caso di abbandono e degrado, simile a quanto già accaduto in altri stabilimenti: la Casetta, il Faber Village, Aneme e Core, il Kursaal. Realtà storiche del litorale che, una volta decadute le concessioni, sono state lasciate al loro destino, divenendo facili prede di occupazioni abusive e degrado strutturale.
Falconi sfida Gualtieri sulla gestione del Litorale
Il nuovo waterfront promesso dal Campidoglio si scontra con la realtà
Proprio per questo motivo, molti abitanti di Ostia Levante temono che anche il Capanno possa finire tra le “vittime sacrificali” di una gestione approssimativa del litorale. Una condizione che non promette nulla di buono. Non a caso, il presidente del X Municipio, Mario Falconi, ha annunciato nell’ultimo Consiglio municipale l’intenzione di affrontare la questione direttamente con il sindaco Roberto Gualtieri.
Le deleghe al Litorale, lo ricordiamo, sono passate al Campidoglio nell’ambito di un piano strategico per il “nuovo waterfront” lidense. Tuttavia, nei fatti, la “cura” proposta finora dal Comune si è rivelata deludente sia nella gestione degli stabilimenti balneari, sia in quella delle storiche spiagge libere del litorale romano.