A Ostia, in piazzale Magellano, camperisti bivaccano sotto le case tra slip, alcol e tavolini. I residenti protestano, ma le segnalazioni restano ignorate.
Uno stato di totale anarchia vive sotto le case del lungomare di Ostia, coi camperisti che nuovamente si rendono protagonisti di comportamenti poco rispettosi verso il quartiere in cui sostano e soprattutto gli abitanti dello stesso. Nonostante i diretti interessati neghino qualunque fenomeno legato al degrado, le ultime immagini provenienti da piazzale Magellano parlano chiaro: impegnati coi bicchierini di amaro, ma anche denudati nonostante siano visibilissimi dalle spiagge sul lungomare e i balconi vicini.
Camper e degrado a Ostia, torna il bivacco sotto le case di piazzale Magellano
A piazza Magellano, nonostante l’ipotesi di un nuovo divieto di campeggio sulla strada, i fenomeni di grave degrado urbano non si fermano. Intorno alle 18, un residente ci manda una foto: si tratta della fila di camper in prossimità dell’incrocio di via San Fiorenzo, dove gli occupati continuano incontrastati a creare disagi e soprattutto offrire degli spettacoli indegni agli abitanti di quelle palazzine che sorgono alle loro spalle.
Il tardo pomeriggio, come aveva in passato già denunciato un altro abitante, diventa per i camperisti l’ora dell’aperitivo. Alcolici, patatine, bicchierini di amaro o liquore. Tutto all’ombra dei mezzi da campeggio, dove i soggetti occupano suolo pubblico con tavolini, sedie confortevoli e godendosi un tramonto vista mare. Qualcuno di loro è vestiti, altri rimangono denudati e con un piccolo slip a coprire le parti intime. Ignorano, probabilmente volutamente, come quell’area non sia di campeggio e quell’atteggiamento non possono tenerlo almeno per quieto vivere coi residenti della zona.
L’ora dell’aperitivo tra i camper: tra amari, tavolini e abiti ridotti al minimo
A innescare la polemica, in quest’occasione, un uomo mezzo denudato in prossimità dei camper a piazzale Magellano. La persona, probabilmente anche lui camperista, ha un costume a slip di colore bordeaux e con delle strisce ai lati, tenendo in mano poi una borsa da mare di colore giallo. Sembra arrivare dalla vicina spiaggia libera, fermandosi per “l’aperitivo dei camperisti” e poi due chiacchiere con gli occupanti, come se tutto ciò fosse consentito dalla legge.
Le norme sul decoro pubblico sono interpretabili: il caso di Ostia sotto i riflettori
Andando a ricercare le ordinanze che disciplinano il caso dell’uomo denudato a Ostia, capiamo come dal Comune di Roma ci troviamo davanti a leggi interpretabili da chi pone la verifica in essere. Se il Regolamento Comunale di Polizia Urbana disciplina il decoro e il comportamento nelle aree pubbliche, sono gli stessi agenti a dover controllare e verificare se ci sono atteggiamenti “potenzialmente idonei ad arrecare pregiudizio o pericolo”.
Una norma che nel concreto non vieta lo stare in slip per strada, ma affida agli agenti in servizio di considerare se “tale abbigliamento sia oltraggioso, offensivo al decoro urbano o o può suscitare lamentela”. Se ciò avvenisse, ci sarebbe la possibilità che si potrebbero configurare violazioni delle norme legate al “decoro” o alla “civile convivenza” nel territorio del Comune di Roma. Episodi che, precisiamo, possono essere segnalati anche dai cittadini alla Polizia Locale di riferimento.
Le proteste dei cittadini: “Mandiamo segnalazioni ogni giorno, ma nessuno interviene”
I residenti, ormai toccati da mesi dalla vicenda, hanno studiato le carte comunali che regolano questi episodi e provano a far rispettare il proprio diritto alla quiete. Il signor Renato (nome di fantasia per tutelarne l’identità) ci spiega con rassegnazione: “Io continuo a telefonare e mandare PEC ai Vigili Urbani, con la media di una segnalazione al giorno per persone denudate in strada, che si fanno la doccia sotto il mio balcone o scaricano incuranti liquami. Nonostante il materiale inviato e segnalato, devo constatare come nulla sia cambiato: anzi, con i divieti di sosta a piazza Sirio, sotto casa mia camper e roulotte sono addirittura aumentate, ovviamente comportando un inasprimento di comportamenti lesivi del pubblico pudore”.